Cronaca

Il Tribunale di Lecce conferma che l’Eurogarden Village di San Foca è immune da condizionamenti mafiosi.

SAN FOCA – Con provvedimento del Tribunale di Lecce del 20.04.2023, sezione misure di Prevenzione, è stato dichiarato cessato, con esito favorevole, il controllo giudiziario disposto due anni or sono nei confronti delle società Tiemme e Tiemme beach s.r.l., titolari rispettivamente del complesso immobiliare denominato Eurogarden Village, e della spiaggia a servizio dello stesso. L’Eurogarden Village è un noto complesso turistico ricettivo di grandi dimensioni, ubicato a San Foca, che ospita al suo interno un residence e un hotel, colpito da interdittiva due anni fa sul presupposto che potesse esserci un pericolo di infiltrazione mafiosa. Dopo due anni di controllo giudiziario disposto dal Tribunale di Lecce su richiesta delle società, all’udienza tenutasi il 6.4.2023, per decidere delle sorti dell’azienda, il Pubblico Ministero ha concluso chiedendo la declaratoria della cessazione degli effetti del Controllo giudiziario, “non essendo emerso, nel corso della procedura, alcun pericolo di infiltrazione mafiosa, né alcun contatto degli organi di vertice delle due società con qualunque soggetto che potrebbe essere ritenuto vicino ad ambienti criminali di matrice mafiosa”. In quella sede, le società (assistite dal Prof Avv. Saverio Sticchi Damiani e dall’Avv. Alessandra De Pascalis) hanno formulato la medesima richiesta, evidenziando, la completa estraneità delle stesse a qualsiasi ambiente o contatto malavitoso. Il Giudice della Prevenzione, condividendo le argomentazioni prospettate, ha quindi concluso di dover “recisamente escludersi, alla luce degli elementi istruttori acquisiti, ogni sospetto di infiltrazioni mafiose, idonee a condizionare la gestione delle società in esame”. “Le società mie assistite – ha commentato il Prof. Avv. Saverio Sticchi Damiani – hanno fin da subito volontariamente chiesto di essere ammesse a controllo giudiziario, proprio con la finalità di dimostrare, attraverso un monitoraggio disposto dal Tribunale, la trasparenza e la legalità del loro operato. Ritengo che lo strumento del controllo giudiziario sia idoneo a temperare gli effetti – estremamente pregiudizievoli – delle interdittive antimafia, soprattutto in una situazione come questa, nella quale già in sede di ammissione alla misura, il Tribunale aveva prefigurato “come assolutamente remoto e improbabile il pericolo di soggezione o di agevolazione mafiosa”. Il legislatore, con il nuovo art. 94 bis del codice antimafia, ha recentemente introdotto per gli imprenditori che sono coinvolti in verifiche di questo tipo la possibilità di instaurare un dialogo preventivo con la Prefettura volto proprio a consentire di evitare che si giunga all’adozione di un’interdittiva antimafia in tutte quelle situazioni in cui le potenziali criticità di un’azienda possono essere facilmente chiarite in contraddittorio. Ove tale importante novità legislativa fosse stata già vigente all’inizio di questa vicenda probabilmente l’imprenditore avrebbe potuto chiarire fin da subito alla Prefettura la sua estraneità a certi contesti senza subire gli effetti pregiudizievoli della misura interdittiva”.

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