Attualità

OSS scuola in Prefettura: nulla di fatto, continua lo stato di agitazione

LECCE – Si è risolta con un nulla di fatto e con altro silenzio, almeno per il momento, la protesta degli oss della scuola della provincia di Lecce, in presidio in Prefettura.

L’11 febbraio i sindacati chiesero a tutti gli enti interessati un incontro urgente e, non ottenendo risposta, hanno proclamato ufficialmente lo sciopero per una giornata con sit-in in viale XXV luglio. La situazione, gravissima, è quella del personale OSS dipendente di Cooperative Sociali nel servizio Integrazione Scolastica. Sono gli Operatori Socio Sanitari che operano nelle scuole della provincia di Lecce e in carico alle Cooperative sociali vincitrici degli appalti dell’integrazione scolastica per diversamente abili; sono, quindi, i professionisti che assistono a scuola i bambini con disabilità. La prospettiva, per gli operatori e per i bambini che hanno bisogno di loro, è preoccupante e imminente: si paventa infatti la chiusura dei contratti di lavoro, già tra l’altro precari, con la fine dell’anno scolastico in corso. Sono in programma nuovi bandi di gara per l’assegnazione della gestione delle attività da parte degli Ambiti Sociali; bandi dai quali gli oss sarebbero esclusi.

Tra l’altro, la situazione è già grave e fumosa perché le famiglie hanno spesso difficoltà a capire a chi faccia capo il servizio tra Regione, ambiti, Comuni e Ufficio scolastico provinciale.

Fp CGIL, Cisl funzione pubblica e UIL Fpl sono stati ricevuti in Prefettura da una funzionaria, la quale ha riferito loro di aver girato le loro istanze agli ambiti territoriali: risposte sarebbero arrivate solo da quelli di Gagliano del capo e Campi Salentina, che però hanno ancora in piedi i contratti triennali che scadranno nel 2024.

“Un incontro deludente -ha detto Fabio Orsini, segretario Cisl funzione pubblica- speravamo che con lo sciopero avremmo ottenuto qualcosa in più e invece siamo fermi”. Per questo resta in piedi lo stato di agitazione e preannunciano un altro sciopero a data da destinarsi. Qui non si rischiano solo posti di lavoro, ma che salti il diritto all’assistenza e all’istruzione che hanno i bambini più fragili.

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