Sconto di pena per il presunto strozzino che portò al suicidio un uomo

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COPERTINO – Condannato in primo grado a sei anni di reclusione, in Appello la condanna di Fabio Tondo, 54 anni di Copertino, si riduce a 4 anni e mezzo e l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici si riduce a 5 anni.
Fabio Tondo è stato ritenuto dagli inquirenti colui il quale avrebbe concesso prestiti con tassi usurai ad un imprenditore vitivinicolo di Copertino che, strozzato da quei debiti, nel 2013 finì per togliersi la vita. Prima dell’estremo gesto, però, l’uomo avrebbe denunciato i suoi creditori, deciso a ribellarsi ai loro ricatti. Ed è da qui che sarebbero partite le indagini per quella morte sospetta.

Nel processo, legato a quella tragedia, i familiari della vittima (moglie e due figli) si costituirono parte civile con l’avvocato Francesca Conte, ottenendo in primo grado una provvisionale di 40mila euro ciascuno, confermata anche in Appello.
Gli episodi contestati a Tondo risalgono al 2011, tra settembre e dicembre, e riguardano due diversi prestiti: nel primo caso l’imputato avrebbe preteso dall’imprenditore un tasso usuraio pari al 23%. Nel secondo caso pari al 10%.
In tutto l’imprenditore, anche se in diverse tranche, avrebbe ottenuto 40mila euro.

Ad indagare sulla vicenda furono i carabinieri della stazione di Copertino che, anche tramite accertamento bancari ed intercettazioni telefoniche, accertarono i gli episodi contestati. L’indagine fu coordinata dall’allora sostituto procuratore Giuseppe Capoccia.
L’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, va precisato, non fu mai contestata.
Mentre per ciò che riguarda l’usura, oltre a Tondo era imputato anche un altro uomo, che – assistito dall’avvocato Luigi Rella – fu assolto con formula piena per mancanza di prove ed indizi.

E.FIO

 

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