
PUGLIA – L’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione con l’accusa di corruzione dopo aver intascato due tangenti da 20mila e 10mila euro da due imprenditori che avevano in corso con la Regione appalti anche per la realizzazione di strutture per l’emergenza Covid. Quattro anni di reclusione sono invece stati inflitti all’imprenditore Luca Leccese, accusato di aver versato la mazzetta di 10mila euro. Il giudice ha disposto anche l’estinzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione e la confisca per equivalente. La sentenza del processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, emessa dal gup del Tribunale di Bari, è stata ritenuta “abbastanza equilibrata” dalla difesa di Lerario, affidata all’avvocato Michele Laforgia, anche in considerazione del fatto che il procuratore di Bari Roberto Rossi e l’aggiunto Coccioli, avevano chiesto per l’ex dirigente 6 anni di reclusione per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
Lascia un commento