LECCE – Basterà forse questa sosta per ritrovare il Lecce migliore. Almeno questo è l’auspicio dopo aver trascorso quattro turni di campionato senza segnare e raccogliere punti.
Momentaccio, non c’è dubbio. E se non fosse per una classifica che, nonostante tutto, continua a sorridere, ora in casa Lecce il morale sarebbe sotto i tacchi. Ma così non è anche se la delusione è tantissima e desta qualche preoccupazione.
La squadra giallorossa conserva un margine di vantaggio sulla terzultima che consente di scendere in campo senza il timore di dover disputare la partita della vita come accade per le ultime tre della classe.
Comunque la squadra di Baroni deve ritrovare quelle componenti che nell’ultimo periodo sono venute meno, anche sotto l’aspetto dello spirito.
Sul campo la squadra continua a denunciare una scarsa produttività offensiva. Un problema che prima non era così rilevante, magari quando alcuni elementi della rosa attraversavano il momento di forma migliore.
Ora bisogna ritrovare una serie di componenti per consentire di produrre l’espressione migliore del calcio di Baroni.
L’allenatore giallorosso deve cercare di valorizzare al meglio la propria rosa, di ridurre al minimo i limiti di una squadra molto giovane.
E pretendere qualcosa in più da elementi come Di Francesco e Maleh. Il primo, per la sua esperienza, può essere l’arma in più della squadra leccese, soprattutto in termini di gol. Ma anche un Di Francesco determinante nel creare superiorità numerica, nell’uno contro uno.
Anche Maleh ancora non si è espresso per quelle che sono le sue qualità. Un calciatore che dovrebbe caratterizzare la manovra negli ultimi quaranta metri.
Ultimamente la formazione di Baroni sta finendo nell’imbuto delle difese avversarie.
Occorre ritrovare dinamicità e geometrie sconosciute agli avversari che ormai sembrano leggere con facilità le mosse di Hjulmand e compagni.
Baroni cercherà di lucidare al meglio la propria argenteria. Da Baschirotto ad Askildsen, da Gonzalez a Ceesay, da Umtiti a Colombo, senza dimenticare Maleh e Di Francesco. Per non parlare di Hjulmand, Tuia, Blin, Strefezza, Gallo e Gendrey, la base sulla quale è stata costruita la squadra di quest’anno.