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Liste d’attesa da abbattere, più ore e più soldi per i medici

LECCE – Avanti tutta con l’abbattimento delle liste d’attesa. La Regione Puglia ci prova. E tenta di dare una decisa accelerata per cercare di risolvere il problema dei problemi della sanità pugliese.

L’argomento è piombato nella proposta di delibera della giunta regionale.

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo si punta a rimodulare il Piano regionale e, conseguentemente, procedere alla rimodulazione dei “Programmi attuativi aziendali” per il recupero delle liste di attesa per le prestazioni di ricovero, di specialistica ambulatoriale e di screening oncologici.

Due le precondizioni per tagliare il traguardo: incrementare le prestazioni aggiuntive e aumentare il compenso per il personale medico. “Per l’abbattimento liste d’attesa – si legge nella proposta di delibera – la Regione Puglia intende riconoscere le prestazioni aggiuntive, da effettuarsi fuori orario di servizio, anche nei giorni festivi”.

Sia chiaro, non è una novità rispetto al passato. Nel 2010 un aanalogo atto deliberativo si parlava di prestazione aggiuntive. Ma in quel caso il monte ore si ferma a 98 ore complessive messe a disposizione da ciascun medico, ovviamente oltre l’orario di lavoro. “Se si arriva almeno a 200 ore – spiega Francesco Perrone, segretario regionale di FSI-USAE – si potranno ottenere significativi benefici. Noi restiamo fiuduciosi”. Un obiettivo realistico.

La rimodulazione del Piano chiama in causa direttamente le responsabilità dei direttori generali delle Asl, e non solo. I vertici regionali sono stati sin troppo espliciti: “In caso di grave inadempienza da parte delle Direzioni strategiche – si legge nell’atto deliberativo – si prevedono anche poteri sostituitivi da parte della Regione oltre all’avvio dei procedimenti di decadenza nei casi già previsti dalle norme, dai provvedimenti e dai contratti vigenti”. Insomma, chi sgarra paga. E a caro prezzo, visto che rischia di perdere il proprio posto di lavoro.

Primo step saranno i dati da fornire alla Regione. Entro il 31 marzo “le Direzioni strategiche delle Aziende Sanitarie Locali, delle Aziende Ospedaliere e degli I.R.C.C.S. pubblici del Servizio Sanitario Regionale dovranno predisporre l’aggiornamento del “Programma attuativo aziendale per il recupero delle liste di attesa” che deve specificare le nuove misure da intraprendere nel corso dell’anno 2023. Poi si passerà alla fase due con l’avvio delle prestazioni aggiuntive per iniziare a smaltire l’arretrato tra esami e visite specialistiche.

Sullo sfondo resta il solito problema: chi controlla chi?

L’idea della Regione è quella di istituire presso la sede del Dipartimento Promozione della Salute e del Benessere Animale la Cabina di Regia per il Monitoraggio delle Liste d’Attesa. Tutto bene, sulla carta. Ma prima di cantar vittoria è meglio attendere i fatti.

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