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Un tempo ospedale gioiello, oggi il PTA di Campi Salentina è vittima di carenze e ritardi

CAMPI SALENTINA – Dopo Gagliano del Capo, Copertino e Casarano ha fatto tappa nel Presidio Territoriale di Assistenza di Campi Salentina il tour ispettivo del consigliere regionale Paolo Pagliaro, mirato a verificare criticità e disservizi nella strutture sanitarie della Asl leccese, dando seguito a segnalazioni di utenti, amministratori locali e degli stessi operatori della sanità, la cui abnegazione non può bastare a colmare lacune tanto grandi. E di fatto quello che un tempo era un ospedale gioiello, a servizio dei comuni limitrofi, oggi è un presidio d’assistenza che potrebbe tornare a splendere, salvo scontrarsi con la carenza, l’usura e il malfunzionamento di molte apparecchiature e i ritardi nella manutenzione ordinaria e straordinaria.

Andiamo con ordine.
Iniziamo dall’ascensore al piano terra: è rotto da tempo.
Le sale operatorie sono pronte per l’accreditamento ma mancano le apparecchiature previste, per un costo di circa 100mila euro, che potrebbero garantire piccoli interventi ambulatoriali e di cataratta in day service.

Gli interventi sono di fatto sospesi dopo la riconversione in Pta del presidio, che dovrebbe ospitare uno degli ospedali di comunità previsti con fondi del Pnrr per l’Asl Lecce. Fatto sta che il piano di riqualificazione sembra ancora in alto mare.
Nella nuova palazzina i lavori sono fermi, benché siano già stati spesi più di due milioni di euro.E pensare che proprio questo edificio consentirebbe una migliore dislocazione e razionalizzazione di uffici, ambulatori e servizi per gli utenti, liberando spazio al terzo piano per l’ospedale di comunità e recuperando ben venti posti letto.
I paradossi continuano.

Gli ambulatori sono tutti in condizione precaria, mancano perfino i servizi igienici riservati al personale medico ed infermieristico e i bagni per il pubblico sono rotti.
A Radiologia l’apparecchiatura Agil RX si blocca, manca la risonanza e sono in attesa di installazione la MOC(macchinario per esami radiologici), la nuova tac e il nuovo iniettore per mezzo di contrasto.

Alla carenza strumentale si unisce poi quella di personale: mancano il medico addetto e i tecnici di senologia per le mammografie.
I prelievi si effettuano solo di mattina e manca il laboratorio analisi, per cui le provette per gli esami vanno inviati a Lecce, così come manca il macchinario per gli esami urgenti.
Passiamo in Dialisi: qui manca l’emogasometro, mentre l’ecografo è vecchio e malfunzionante, c’è penuria persino di siringhe e farmaci.
Nei due ambulatori di Cardiologia c’è bisogno di un holter pressorio e di altri due dinamici e anche dell’elettrocardiogramma sotto sforzo. L’elettrocardiogramma è vecchio e poco sensibile, l’ecografo è vetusto.
Ad Oculistica il tonometro per la misurazione della pressione oculare è rotto dal 2020 e mancano perfino le montature per le prove della gradazione lenti per bambini, mentre quella per adulti è rotta.
Non va meglio ad Odontoiatria, dove la poltrona dentistica – un pezzo da museo di modernariato – è rotta, per cui il medico può solo visitare ma è costretto a rimandare gli interventi.

Mancano finanche un pc per le prescrizioni, un lavabo, l’autoclave è rotta e lo sono anche le finestre ,non riparabili perché non a norma.
Nell’ambulatorio di Gastroenterologia l’attività è sospesa e si attende l’arrivo di un medico da Lecce, ma soltanto una volta a settimana.
Ad Otorinolaringoiatria ci sono ferri usurati e vecchi, da sostituire. E mancano strumentazioni moderne per la misurazione dell’udito, per cui molti casi non possono essere seguiti qui ma devono essere mandati altrove.

C’è poi un problema di sicurezza: le porte sempre aperte e la scarsa vigilanza consentono a chiunque di introdursi nel presidio, tant’è che il mese scorso la porta d’ingresso dell’Ufficio Economato è stata scardinata ed è stata svaligiata la cassaforte, contenente 10mila euro incasso dei ticket versati dagli utenti.
Infine l’UDT, l’unità di degenza territoriale utilizzata dai medici di famiglia per il ricovero di malati cronici, ha in servizio un solo medico la mattina mentre è sguarnita di sera, di notte e nei festivi.

La Farmacia è inagibile: il magazzino si trova all’interno dell’area di distribuzione diretta che serve 4mila pazienti esterni, oltre a fornire medicinali per i servizi di assistenza domiciliare integrata e oncologica. I pazienti sono costretti ad attendere per strada, senza alcun riparo.
Nel Consultorio è rotto l’ecografo e l’attrezzatura è malandata.
Solo note dolenti? Assolutamente no.

Il consigliere durante l’ispezione ha riscontrato l’eccellenza della Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica e del Centro di salute mentale, vero fiore all’occhiello del presidio. Ottima anche la qualità dei pasti serviti e preparati in loco. Ammirevole e tangibile poi l’abnegazione di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, che si spende al servizio della comunità del nord Salento. E ancor più alla luce di questo, una certezza resta: un potenziale così non può e non deve essere sprecato ancora.

 

 

 

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