Telefonini e droga in carcere, la denuncia del Sappe: “Arrivano con i droni”

scrittore

LECCE – Il sequestro , l’ennesimo, sarebbe avvenuto nelle scorse ore quando i responsabili del carcere di Lecce dopo un lavoro investigativo accurato e certosino, sono riusciti a scoprire ben 18 telefonini e droga, occultati nella stanza di un detenuto che oltre alle sue necessità, li avrebbe riservati anche ad altri detenuti ristretti nella sezione detentiva.stessa sezione.

Un ritrovamento che segue quelli gravissimi delle scorse settimane a Foggia, Bari, Trani e Taranto dove gli agenti di polizia penitenziaria hanno rinvenuto sei telefonini nascosti nelle docce dell’istituto (in quel caso è stata sventata anche una rissa). “Se dovessimo contare i telefoni sequestrati negli ultimi mesi solo in Puglia, denuncia il segretario regionale del Sappe, Francesco Pilagatti – arriveremmo a qualche centinaio”. Il sindacato autonomo polizia penitenziaria, ritiene che questo aumento consistente di introduzione di materiale vietato in carcere sia stato agevolato dallo sviluppo della tecnologia e dall’utilizzo dei droni. Sarebbe, infatti, questo il metodo migliore per far entrare direttamente nelle celle senza rischiare quasi nulla, qualsiasi cosa, poiché i muri di cinta sono sguarniti per mancanza di personale, ed in molti casi gli impianti di
allarme antiintrusione sono praticamente non funzionanti .Dell’utilizzo dei droni si parlava da tempo, ma la certezza si è avuta quando queste apparecchiature state rinvenute dopo essere cadute all’esterno delle stanze detentive nel carcere di Taranto. “Abbiamo chiesto più volte ai responsabili delle carceri italiane di intervenire per contrastare questi atti criminali,
utilizzando apparecchiature elettroniche capaci di bloccare l’uso dei cellulari inviando onde radio di disturbo sulla stessa frequenza che usano i telefonini, oppure disturbare il volo dei droni, ma a tutt’oggi nulla è cambiato. La domanda del sindacato è: a quando insieme ai telefoni ed alla droga entrerà in carcere , tra il disinteresse generale,
esplosivo, pistole e mitragliatrici?”.
Non scarichino le colpe sugli agenti, che lavorano in condizioni disumane, tra sovraffollamento e carenza di personale.

 

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