BRINDISI – Nulla è perduto. Almeno si spera. L’ipotesi di aumentare di un euro della tassa d’imbarco a carico dei vettori aerei che operano all’aeroporto del Salento avanzata dall’Amministrazione Comunale di Brindisi potrebbe cadere nel vuoto. Palazzo Granafei Nervegna ha avviato un dialogo con il Governo Meloni. La conferma giunge dall’assessore al Turismo Emma Taveri.
Il nodo è squisitamente economico. Il possibile aumento della tassa d’imbarco era stato ventilato (e deliberato nel luglio scorso) dalla giunta Rossi per via delle evidenti difficoltà delle casse comunali. Un modo per alleggerire i debiti e far quadrare i conti. Ad offrire questa chance a tutti i comuni in predissesto, e quindi anche a quello di Brindisi, era stato Palazzo Chigi. E da Palazzo Chigi Brindisi attende buone nuove per capire se possa giocarsi altre carte sul tavolo per evitare di puntare all’aumento della tassa d’imbarco.
Un dietrofront sarebbe del tutto auspicabile. L’eventuale aumento anche di un euro – misura che peraltro potrebbe essere rafforzata nel 2024 con un incremento di due euro – rischia di avere pesanti ripercussioni sull’intero territorio salentino. Le compagnie aeree, infatti, potrebbero decidere di rivedere la propria offerta e i propri investimenti diminuendo il numero delle rotte e la loro frequenza da e per l’aeroporto di Brindisi. Un’ipotesi da scongiurare a tutti i costi.