Cronaca

Inchiesta “Re Artù”: prosciolti Pendinelli, Cariddi e Maggiulli perchè il fatto non sussiste

LECCE –  L’inchiesta denominata “Re Artù”, con le indagini condotte dalle fiamme gialle di Otranto, mise in luce presunti scambi di favori illeciti tra politica e sanità, confluendo in arresti di nomi eccellenti.

Nel corso dell’udienza preliminare che questo mercoledì mattina si è tenuta nell’aula bunker del carcere di Lecce, il Gup Sergio Tosi ha stabilito che non andranno a processo Pierpaolo Cariddi (ex sindaco di Otranto), Emanuele Maggiulli (dirigente del Comune di Otranto) e Mario Pendinelli (sindaco di Scorrano).

Per tutti e tre, così come per l’ex assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri, è stato dichiarato il “non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste” in relazione ai reati di falso ideologico e abuso d’ufficio relativi alla vicenda del ripascimento del lido Atlantis di Ruggeri e corruzione elettorale con riferimento ai soli Pendinelli e Ruggeri, accusati di voto di scambio alle Regionali del 2020. Adesso l’ex senatore e assessore regionale al Welfare, difeso dall’avvocato Giuseppe Fornari, a differenza degli altri dovrà ancora difendersi dai restanti capi d’accusa.

Alla luce dell’inchiesta “Re Artù” per Cariddi, difeso dagli avvocati Gianluca D’Oria e Mauro Finocchito, scattò il divieto di dimora nel luglio scorso e fu successivamente sospeso dal suo incarico di primo cittadino di Otranto. Mentre per Mario Pendinelli, difeso dall’avvocato Corrado Sammarruco, scattò l’obbligo di dimora nella sua Scorrano. Per Emanuele Maggiulli, difeso dall’avvocato Antonio Quinto, scattarono invece i domiciliari, successivamente sostituiti dal divieto di dimora grazie all’accoglimento del ricorso presentato dal difensore.

Cinque gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, che sarà discusso in un’udienza apposita fissata al 5 maggio prossimo.Per tutti gli altri quindici è stato disposto invece il rinvio a giudizio, dunque andranno a processo. Undici i capi di imputazione complessivi.

Quel terremoto giudiziario, lo ricordiamo, travolse anche altri nomi di peso come quello dell’ex dg della Asl di Lecce Rodolfo Rollo, l’ex sindaco di Alliste Antonio Renna, Suor Margherità Bramato, direttrice del “Panico” di Tricase, l’ex consigliere regionale Mario Romano e il figlio Massimiliano, già vicepresidente della Provincia di Lecce.

E.FIO

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