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“Nordio a morte”: anarchici in azione, “ma il problema non è il 41bis”

LECCE – “Nordio boia speriamo che tu muoia”. Il ministro della Giustizia finisce nuovamente nel mirino degli anarchici. L’ennesima scritta è apparsa in mattinata sul muro del mercato rionale di Porta Rudiae, a Lecce. Ennesima azione a matrice anarchica che scuote il Paese, figlia dell’acceso dibattito politico legato al fermo “no” del capo del dicastero della giustizia all’attenuazione delle misure del 41 bis nei confronti dell’anarchico Cospito.

E nelle ultime ore un altro episodio è stato registrato a Bruxelles, all’ingresso della sede della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea, imbrattata dalla scritta in vernice rossa “Free Cospito’.

Mentre infuriano le polemiche politiche condite da insulti e attacchi all’arma bianca e si susseguono atti dimostrativi e azioni di forza dell’eterogeneo pop0lo anarchico i problemi nelle carceri italiane restano all’ordine del giorno.

Il Sappe, il sindacato autonomo di Polizia penitenziaria, passa al contrattacco: Non esiste solo il 41bis. Anzi. I problemi sono ben altri. Vita dura per i poliziotti alle prese con suicidi, tentativi di suicidio, disagi di natura psichiatrica, violenza e sopraffazione da parte dei detenuti. “Ogni giorno è una guerra, poiché i detenuti violenti si sentono impuniti e protetti da una legislazione da “alice nel paese delle meraviglie”.

I rappresentanti sindacali ricordano quanto avvenuto nel carcere di Taranto tra il 15 e 16 febbraio quando “un detenuto ergastolano, appena trasferito da altro carcere per punizione, ha iniziato a creare disordini incitando gli altri detenuti del reparto ad unirsi alla sua protesta, e tentando di sfondare il cancello di ingresso nella stanza  lanciando contro il letto di ferro. Poiché in servizio erano pochi  agenti, sono stati  richiamati  i  lavoratori  appena rientrati a casa dopo 8,9 ore di servizio massacrante  per ristabilire la calma”. 

Ma episodi analoghi si verificano in tutte le carceri pugliesi, “da Lecce a Foggia , da Brindisi a Trani a Bari, e non risparmiano – fano sapere dal Sappe – nemmeno le carceri più piccole come quelle di Turi, Lucera , San Severo”.

“Negli anni – accusano dal Sappe – quella stessa politica che si preoccupa per lo sciopero della fame di Cospito ha delegittimato il lavoro della polizia penitenziaria riducendone gli organici ed annullando qualsiasi raggio di azione”. Un esempio? “Non abbiamo visto nessun parlamentare fare visita ai poliziotti gravemente feriti dagli anarchici”.

Un’amara considerazione per chi ogni giorno si reca negli istituti penitenziari con grande impegno e professionalità, nonostante il silenzio (e l’inerzia) della politica e delle istituzioni

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