
SALENTO – “Sei una puttana”, “Ti uccido , ti farò una sorpresa, te singu (tradotto “ti segno/ ti sfregio”) così non ti vuole più nessuno“. È il tenore delle urla, i messaggi, le chiamate che per circa quattro anni un 23enne galatinese avrebbe indirizzato alla sua fidanzata, oggi 21enne. La ragazza, che ha finalmente trovato il coraggio di denunciare tutto, agli inizi dell’incubo aveva soltanto 17 anni.
Per il suo presunto aguzzino nelle scorse ore è scattato l’arresto in carcere, disposto dalla Gip Alessandra Sermarini ed eseguito dai carabinieri della stazione di Calimera.
In cima alle esigenze cautelari – motiva la giudice nell’ordinanza – l’alto rischio di reiterazione delle condotte violente, come già accaduto in passato, motivo per il quale sullo stesso 23enne grava già una condanna (in primo grado) a un anno e quattro mesi di reclusione, sempre per atti persecutori.
La storia tra i due era iniziata quando la presunta vittima aveva solo 15 anni. Al netto dell’idillio iniziale, l’incubo si sarebbe palesato ben presto. Stando alla denuncia di lei – sporta a fine gennaio scorso, al margine dell’ennesima brutale violenza – le vessazioni subite erano quotidiane: insulti, allusioni al fatto che fosse una donna dai facili costumi, minacce di morte puntandole un coltellino, pressing sull’abbigliamento che non doveva essere scollato e in alcun modo provocante. Nel luglio scorso – stando sempre alla denuncia – la 21enne sarebbe stata percossa brutalmente e abbandonata esanime davanti all’abitazione della madre.
Il 19 gennaio scorso, poi, il secondo terribile episodio denunciato: la ragazza, durante un soggiorno in un b&b in compagnia del fidanzato, avrebbe ricevuto un messaggio da un amico. Un sms che avrebbe scatenato l’ira funesta dell’arrestato, tanto da darle calci e pugni per tutta la notte, metterle le mani al collo, tentare di violentarla per punizione, intimandole di non chiedere aiuto, pena la morte. Nei giorni successivi le minacce sarebbero continuate tramite messaggi: “hai la vita segnata – le avrebbe ripetuto in dialetto – se ti prendo, ti faccio piangere, ti ammazzo… oggi prendi un sacco di botte…non uscire da casa perché se ti vedo, ti ammazzo“.
È stato al rientro a casa che la giovane ha confessato tutto alla madre e sporto denuncia in caserma, ricostruendo più episodi di gelosia morbosa, sfociati in lacrime e sangue. Il tutto acuito – stando sempre alla denuncia – dall’uso di cocaina.
ERICA FIORE
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