
BRINDISI – Quando negli anni scorsi si parlava della crisi economica ed occupazionale riguardante il territorio brindisino, spesso si utilizzavano le Zone Economiche Speciali come risoluzione di tutti i problemi. Le ZES, infatti, rappresentano una grande opportunità per chi vuole investire, non fosse altro perché consentono di usufruire di cospicui vantaggi economici che rendono le aree interessate estremamente appetibili.
Ecco perché gridarono tutti alla vittoria quando si parlò proprio di Brindisi come sede della ZES adriatica, ma con il passare del tempo la politica ha esercitato il suo ruolo e quindi la zona economica speciale di riferimento è stata enormemente allargata.
La Zes interregionale Adriatica, infatti, nella sua formulazione definitiva, comprende per il versante pugliese oltre i porti di Bari, Barletta, Brindisi, Manfredonia, Molfetta, Monopoli, le aree produttive raggruppate intorno ai poli produttivi principali di Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Barletta.
Come dire, insomma, che tutta la Puglia è diventata una Zes. Il tutto, ovviamente, ha ridotto l’appeal dell’area industriale di Brindisi che, al contrario di altre zone, presenta una serie di vincoli derivanti dal fatto di essere inserita all’interno di un sito di interesse nazionale, con i problemi di carattere ambientale che ne conseguono. Il che si traduce con il fatto che le manifestazioni di interesse riguardanti Brindisi sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle di altri territori della Zes adriatica.
Il che si potrebbe tradurre, purtroppo per Brindisi, in una possibile riduzione delle aree della zona industriale da spalmare in altre zone industriali distanti dal capoluogo messapico.
Del resto, che segnali di disponibilità a realizzare investimenti siano ufficialmente presenti da Lecce fino a Manfredonia è ben chiaro. Sta a Brindisi, a questo punto, trovare la forza per difendere i propri confini, mettendo in campo intanto chiarezza di intenti ed anche capacità di attrazione. Ed in questo conterà anche il peso politico che si potrà avere. A meno che il futuro di Brindisi non sia stato deciso, nel senso di destinare la sua area industriale per ospitare enormi parchi fotovoltaici, occupando aree e sottraendole ad investimenti alternativi.
Mimmo Consales
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