
PUGLIA – Gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica D entro il 2033 ma il settore delle costruzioni sta attraversando un periodo di difficile transizione, dopo la ripresa favorita soprattutto dall’introduzione dei bonus fiscali. Difficile centrare gli obiettivi della direttiva Ue sulle case “green”: basti pensare che soltanto nel mese di gennaio appena trascorso, ci sono 332 aziende in meno in Puglia. Le criticità del comparto edile, sullo sfondo dello scenario attuale, sono messe a nudo dal data analyst Davide Stasi che evidenzia che in Puglia, nel mese di gennaio, sono state aperte 140 ditte ma ne sono state chiuse ben 472. Il saldo, dunque, nel primo mese di quest’anno, è negativo per 332 attività in meno. Il comparto aveva beneficiato in termini di nascita di nuove imprese del bonus facciate prima e il superbonus che avevano portato molti utenti a effettuare interventi di manutenzione e di riqualificazione energetica degli immobili. Qualcosa è cambiato con il decreto-legge numero 157 dell’11 novembre 2021, contenente le cosiddette misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche che hanno di fatto rallentato i lavori avendo la circolazione dei crediti subìto una brusca frenata. In provincia di Bari si sono perse 212 imprese edili, in quella di Brindisi 21, in quella di Foggia 32, in quella di Lecce 45 e infine in quella di Taranto 22.
Un crisi che trova riscontro anche nei numeri che riguardano gli investimenti. 2,7 miliardi di euro a gennaio che coincide con il dato più basso degli ultimi mesi. Nel corso del 2022, la media mensile è stata di circa 3,9 miliardi di euro. La frenata non arriva inattesa, ma è l’effetto del cambio di regole per Stasi”. Il superbonus è stato nuovamente modificato dalla legge di Bilancio e dal decreto Aiuti quater ma senza sortire gli effetti sperati.
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