LECCE – Desolazione, sconforto, precarietà. È l’amaro bilancio di una giornata al Mercato di Piazza Libertini a Lecce. Basta una sola passeggiata tra le bancarelle per capire che gli affari non vanno affatto a gonfie vele. Saranno le temperature, sarà il periodo di saldi nei negozi, sarà il mese di transizione dal freddo al caldo, sarà la crisi dovuta al periodo post pandemia / guerra, ma la gente al mercato sembra non andarci più. È così che si entra in contatto con uno spaccato di vita quotidiana, molto diverso rispetto all’immaginario comune di un mercato brulicante, acceso, colorato, vivo. Le bancarelle, quelle rimaste, sono frequentate da pochi e timidi potenziali clienti, il più delle volte solo incuriositi dalla merce e dai prodotti in esposizione. È facile, dunque, percepire le condizioni di vita e di lavoro precarie e disagiate di chi quel mercato lo anima ogni giorno. I negozianti vivono solo di ricordi, di un passato che non torna più, costretti a fare i conti con la triste e amara realtà.
Che fine hanno fatto le mattinate al mercato a fare affari passeggiando tra una bancarella e un’altra? Dove sono finite le urla dei commercianti che fanno a gara a chi attira più gente al proprio carretto? La speranza comunque, è l’ultima a morire e nonostante tutto, i mercanti ci credono ancora.
Mariafrancesca Errico