Cronaca

Anziano raggirato per il ricco testamento? Nipote assolto con formula piena

LECCE – Era stato accusato di aver raggirato lo zio, colpito nel 2005 da un’ischemia. L’obiettivo: sottrargli cospicue somme di denaro, con bonifici da migliaia di euro più volte al mese per sette anni, e indurlo a modificare il ricco testamento redatto nel ’97, in modo da ritrovarsi più lasciti in suo favore rispetto agli altri parenti. Tra i beni oggetto del “ritocco” testamentario sotto accusa ci sono due ville (una a Lecce e una a Tricase), un motoscafo d’epoca e terreni agricoli nel Brindisino.

Per questo presunto raggiro, da diversi milioni di euro, nelle scorse ore il nipote, un 37enne leccese, è stato assolto con formula piena perchè il fatto non sussiste. Così ha deciso la Giudice Maria Bianca Todaro.

Una sentenza, questa, accolta con soddisfazione dai legali difensori dell’imputato, gli avvocati Luigi Rella (del Foro leccese) e Francesco Paolo Sisto (del Foro di Bari).

Nel corso del processo, andato avanti per più di due anni e con il pm che aveva invocato tre anni di reclusione, i difensori hanno chiamato a testimoniare il personale medico e paramedico che si è occupato della presunta vittima, così come i notai che hanno preso in carico il lascito testamentario e le successive modifiche in favore degli imputati. Il plurale, va detto, è d’obbligo: del raggiro, infatti, era accusato anche il fratello della presunta vittima, un 82enne leccese che nei mesi scorsi è però venuto a mancare.

Stando a quanto riferito dai testimoni, l’anziano a seguito dell’ischemia non avrebbe riportato danni cerebrali tali da comprometterne l’incapacità di intendere e di volere. “Attento, perfettamente capace di reggere il confronto e pienamente disponibile al dialogo”: così è stato descritto dalla lunga lista di persone ascoltate in aula. Le parole di tutti hanno rafforzato la tesi difensiva secondo cui l’anziano non era un soggetto raggirabile, così come denunciato – invece – dagli altri nipoti, dalle cui querele è nato il processo.

Solo e senza figli, l’uomo avrebbe semplicemente scelto di privilegiare chi, a seguito della malattia, gli era stato più vicino. Non una forzatura, ma una scelta.

E.F.

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