
LECCE- La scadenza del 31 gennaio è trascorsa inutilmente. Per il passaggio di consegne del Castello Carlo V dal Comune di Lecce al Demanio, e quindi alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, bisognerà attendere ancora un po’. Palazzo Carafa deve ancora completare lo sgombero degli spazi occupati del Maniero e le altre attività propedeutiche necessarie. La nuova data non è stata ancora comunicata. L’unica cosa certa è che il Carlo V rientrerà presto interamente nelle disponibilità dello Stato. Al momento si assiste ad
una gestione suddivisa tra il Comune e la Soprintendenza. Difatti, gli spazi gestiti in concessione dal Comune di Lecce per lungo tempo costituiscono una parte preponderante del piano primo del Castello insieme a due dei quattro bastioni angolari. Altri locali e gli spazi connettivi sono in uso comune con la Soprintendenza che, a sua volta, ha in consegna i locali del piano terra; in realtà alcuni spazi in consegna alla Soprintendenza o comuni, risultano di fatto utilizzati esclusivamente dall’ente locale. Una volta completato il passaggio lo Stato punta a valorizzare l’intero complesso monumentale. Non a caso la Soprintendenza ha già coinvolto gli uffici centrali e periferici del Ministero della Cultura per vagliare le possibilità e individuare le risorse utili per delineare una prospettiva di fruizione e valorizzazione organica ed ampliata da attuare nel più breve tempo possibile per avviare un nuovo corso.
Ma il percorso non sarà semplice. Sono previsti, infatti, una serie di passaggi propedeutici e tecnici fondamentali prima di dar vita al new deal e arricchire di contenuti e di progetti il Castello, come la verifica dello stato di consistenza di strutture e impianti presenti negli spazi. In vista di una riorganizzazione gestionale complessiva del bene storico “si dovranno prevedere opere di manutenzione di strutture e impianti, pulizia e riadattamento che potrebbero riguardare una parte consistente dell’imponente complesso” per una sua fruizione e valorizzazione secondo un progetto unitario, fanno sapere dalla Soprintendenza. Ma non basta. Interventi che si accompagneranno ai lavori di recupero già in corso ad opera del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura mentre due ulteriori lotti sono in corso di progettazione e verranno appaltati entro l’anno.
Intanto, l’imminente uscita di scena del Comune comporterà la cessazione dei servizi finora erogati, compresa la sorveglianza dell’accesso dalla Porta Falsa su Piazza Libertini al Castello necessaria all’attraversamento urbano della Piazza d’Armi. E’ solo uno dei possibili e fiusiologici disguidi legati ad un cambiamento così radicale nella gestione del Castello. Appare pressocché certa invece la riconferma del partenariato pubblico privato tra la Soprintendenza e l’Associazione 34° Fuso che con il programma “Attraverso il Castello” ha assicurato un servizio di visite guidate e vari altri eventi che hanno coinvolto circa 40.000 visitatori tra cittadini e turisti.
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