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Si inaugura l’anno giudiziario, i nodi irrisolti: mancano personale e spazi. Limite a intercettazioni? Scardia: grave pericolo

LECCE – È un bilancio tutto sommato positivo quello stilato sulla salute del sistema Giustizia nei distretti di Lecce, Brindisi e Taranto dal presidente vicario della Corte d’Appello di Lecce, Vincenzo Scardia.

A lui il compito, come sempre accade, di aprire la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che, dopo due anni di formula ridotta dovuta alle restrizioni Covid, questo sabato mattina è tornata nella sua veste originaria.

Alla presenza delle autorità civili, militari e religiose salentine, dei magistrati e del personale amministrativo, il presidente stila una relazione, partendo dai temi caldi a livello nazionale, con inevitabili ripercussioni territoriali.

Primo dato indiscutibile: il 2023, tra riforma Cartabia e quelle in cantiere, sarà l’anno della rivoluzione del sistema Giustizia.Quello sulle intercettazioni – spiega però – ad oggi è un dibattito surreale, non essendoci ancora un testo di Legge che faccia comprendere se la riforma riguardi l’uso o la divulgazione delle stesse”. Certo è che se dovesse passare la linea della limitazione, nella fase d’inchiesta, nessun dubbio: “si corre un grave pericolo” dice.

Passando più nel dettaglio al quadro locale, l’edilizia giudiziaria qui resta la grossa gatta da pelare, così come la persistente carenza di personale e l’arretrato, che a fatica si riesce a smaltire, con ripercussioni sui tempi delle giustizia, ancora troppo lunghi nonostante lo sforzo e i buoni standard produttivi raggiunti.

Le speranze sono concentrate sui progetti in cantiere delle cittadelle della Giustizia di Lecce e Taranto.

Per ciò che riguarda i reati che maggiormente attanagliano il territorio, un segnale positivo arriva sul fronte della violenza di genere: i reati sono calati e le denunce aumentate, a testimonianza – chiosa – di una crescente fiducia nella giustizia”.
Per ciò che riguarda invece la criminalità radicata sul territorio, il monito è chiaro: “mai abbassare la guardia”. La Sacra Corona Unita, nel tempo, ha cambiato pelle e modus operandi, nel tentativo di insinuarsi in modo sempre più subdolo.

Dopo la relazione del presidente Scardia, è stata la volta del dottor Antonio Chiarelli, in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura, e della dottoressa Carmela Squicciarini, in rappresentanza del Ministero dell’Interno. A farsi portavoce delle toghe leccesi il presidente dell’Ordine Antonio De Mauro. Ad accendere un faro sui reati scottanti, con la sua consueta relazione annuale, il procuratore generale Antonio Maruccia.

Tra sfide, opportunità e nodi atavici da sciogliere, il nuovo anno giudiziario è pronto ad entrare ufficialmente nel vivo.

Erica Fiore

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