PUGLIA – Nel 2021 i reati contro l’ambiente in Italia non scendono sotto quota 30mila, e quasi il 44% di questi si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Puglia nel 2021 sono 3.042 i reati accertati. Un dato che colloca la regione al terzo posto, dopo Campania e Sicilia, nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale.
È il nuovo report Ecomafia 2022, realizzato da Legambiente con il sostegno di NOVAMONT e edito da Edizioni Ambiente.
La Puglia conta 984 sequestri effettuati, 2.714 persone denunciate e 62 arrestate.
Nella classifica nazionale, in cui prima è la provincia di Roma, le province di Bari e Foggia sono rispettivamente al sesto e nono posto; Lecce, con 501 reati, è al 13°; Taranto con 406 al 18°, Brindisi con 62 è all’85°. (le province sono in tutto 109).
Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 1.033 reati (il 10,9% sul totale nazionale), 1.070 persone denunciate, nessun arresto e 320 sequestri effettuati. Foggia, Lecce, Bari, e Taranto sono rispettivamente al nono, decimo, tredicesimo e diciannovesimo posto con 175, 167, 144 e 92 infrazioni accertate. Per le altre province sono contati 26 reati per Brindisi, al 57° e 24 per Barletta-Andria-Trani.
Nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia scende al quarto posto, rispetto al terzo del precedente dossier, con 755 infrazioni accertate (l’8,9% sul totale nazionale), 901 persone denunciate, 61 arrestate e 362 sequestri effettuati; a livello nazionale, Bari, Foggia, Lecce e Taranto sono rispettivamente al terzo, sesto, diciottesimo e diciannovesimo posto con 251, 182, 99 e 94 infrazioni accertate. Per quanto riguarda le province di Barletta-Andria-Trani e Brindisi si contano rispettivamente 17 e 5 reati accertati. Brindisi si guadagna così un lusinghiero 105° posto. Inoltre, legato a questo reato, nella classifica che inquadra gli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti la Puglia si colloca settima con 95 roghi negli impianti (il 6,8% sul totale nazionale).
Per quanto riguarda i reati contro la fauna e il racket degli animali (bracconaggio, il commercio di fauna protetta, tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, nuove norme contro il maltrattamento degli animali, ecc), la Puglia si conferma al secondo posto con 588 infrazioni accertate (il 9,5% sul totale nazionale) 525 persone denunciate, nessun arresto e 255 sequestri effettuati. Nella classifica nazionale dell’illegalità contro la fauna, a livello nazionale, Bari è la prima tra le province pugliesi, la settima a livello nazionale, per reati con 156 infrazioni accertate. Lecce è dodicesima a livello nazionale con 125 reati accertati, Foggia quindicesima con 110 reati commessi e Taranto sedicesima con 105 reati. Fuori dalla top 20 la BAT, con 67 reati, e Brindisi con 25, al 60° posto.
Il dato positivo è che, rispetto ai numeri dell’anno scorso, si registra una leggera flessione (del -12,3%) e che crescono gli arresti, +11,9% rispetto al 2020.
“Anche per quest’anno la Puglia è stabile sul podio nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con Bari, Foggia, Lecce e Taranto tra le 20 province italiane più colpite dai reati. – ha commentato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – Quello delle ecomafie è un tema che deve essere sempre più raccontato nei territori, affinché ci sia sempre più coscienza che tale fenomeno può essere combattuto con le forze dell’ordine, con le istituzioni e soprattutto con i cittadini. Quest’ultimi devono essere i veri protagonisti del cambiamento attraverso la loro voce che deve farsi sempre più forte, deve farsi sentire perché è nel silenzio che l’ecomafia proliferare.
Questi dati sono frutto dell’incessante lavoro di donne e uomini che quotidianamente sono direttamente nei territori per tutelarli, ed è a tutte le forze dell’ordine che va il nostro ringraziamento e plauso”.