BARI – E’ una bocciatura netta quella degli industriali pugliesi per la manovra del governo Meloni. Il motivo è che del Sud non c’è traccia.
Il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana, è netto: “Il Governo Meloni si è dimenticato del Sud. Eppure il Mezzogiorno non è un problema ma una preziosa ricchezza per l’intero Paese”.
La manovra – spiegano gli industriali – è molto rigorosa e conservativa, molto prudente sulla finanza pubblica, come è giusto che sia, tenuto conto della complicata situazione economica e dello scenario internazionale. Ma se da un alto questo aspetto è apprezzabile vista la necessità di pareggiare i saldi ad ogni capitolo di spesa dando attenzione a famiglie e caro energia, dall’altro lamentano “assenza di lungimiranza e visione” sul fronte della produttività e occupabilità. Gli strumenti agevolativi per le imprese “sono stati ampiamente trascurati o esclusi dal provvedimento”, dicono in modo chiaro. Il riferimento è al credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e per le Zes, le Zone Economiche Speciali che non sono stati riprogrammati nella manovra, così come la decontribuzione Sud che ha rappresentato un ottimo incentivo e impulso al lavoro degli ultimi anni. Così come il taglio al cuneo fiscale non previsto, determinante per famgilie e imprese. Solo così, per l’associazione degli industriali, si creano nuovi posti di lavoro e si valorizza il capitale umano. La sollecitazione di Confunduatria Puglia, dunque, è a reintrodurre il patent box, la misura che detassa gli investimenti in ricerca e realizzazione di brevetti. “Non chiediamo assistenzialismo – proseguono – con aiuti a pioggia, ma politiche attive del lavoro”. “L’auspicio – conclude il presidente Fontana – è che tutte gli strumenti di sostegno vengano prorogati fino al 2026, in concomitanza con la scadenza prevista per il Pnrr. Il Sud – è la conclusione – è la questione nazionale e non è rinviabile”.