NARDÒ – Firme contraffatte per ottenere denaro dalla Asl per fecondazioni in vitro mai avvenute. Andrà a processo P.P.L., 66enne di Nardò, responsabile del laboratorio del Centro di procreazione medicalmente assisitita di Nardò. Tutto è partito da una denuncia presentata dall’avvocato Francesca Conte per conto di E.M.T, ginecologo responsabile del Centro neretino.
Da marzo 2020 a luglio 2021, il tecnico avrebbe contraffatto la firma del medico sulle richieste di pagamento traendo in inganno l’ASL di Lecce procurandosi un ingiusto profitto quantificabile complessivamente in € 39.357,44 somme che Asl erogava mediante accredito sulla busta paga dell’uomo. 17 le richieste, con firma apocrifa e timbro del ginecologo. Tra l’altro, il centro PMA di Nardò è stato chiuso al pubblico già dal 15 marzo 2020.
Il responsabile del laboratorio risponderà di Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio pubblico, Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico. La Asl si è costituita parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia.
Il fascicolo è della sostituta procuratrice Maria Vallefuoco, la giudice per l’udienza preliminare è Simona Panzera. Il processo si aprirà il primo febbraio.
La tesi della difesa, rappresentata dall’avv. Andrea Bianco, è che si sia trattato di un “errore di ragioneria”.