
LECCE E PROVINCIA – Due mesi di controlli a tambur battente sono bastati a stanare più di venti imprenditori o aspiranti tali nel settore turistico ricettivo della provincia di Lecce. Qualcuno ha dimenticato – si fa per dire – di pagare le tasse, anche per anni. Qualcun altro, nel basso Salento, ha trasformato una masseria e un immobile in strutture ricettive senza alcuna autorizzazione. In molti, per giunta, hanno impiegato lavoratori in nero.
I controlli condotti a luglio e agosto dai finanzieri del comando provinciale leccese hanno partorito sanzioni e segnalazioni soprattutto nell’hinterland di Gallipoli, Otranto, Castro, Tricase e Leuca.
Complessivamente l’evasione fiscale accertata da parte dei gestori di b&b, residence e affittacamere ammonta a 140mila euro.
Trentacinque sono poi i lavoratori impiegati in queste attività senza alcun contratto di assunzione, altri sei quelli impiegati irregolarmente con orari o mansioni diversi da quelli concordati nero su bianco. Su questo fronte sono otto gli imprenditori della provincia segnalati: oltre alla sanzione, rischiano la sospensione dell’attività esercitata. Un dato emerge, su tutti, in modo inequivocabile: su 260 posizioni lavorative esaminate, il 13% sono risultate irregolari.
Nel Gallipolino controlli specifici sono stati condotti per monitorare il fenomeno delle “case pollaio”, che pure persiste: qui sono stati riscontrati ancora immobili in condizioni igienico-sanitarie precarie e sovraffollati.
E.FIO
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