Eni, sciopero autotrasportatori: colonnine a secco. Domani vertice in prefettura

SALENTO – A noi i veleni, a voi i profitti: Taranto chiede rispetto“. Non arretra di un passo la protesta, che va avanti già da una settimana, degli autotrasportatori di carburante, fermi davanti alla raffineria Eni di Taranto. In tutta la regione i distributori sono sempre più in affanno, mettendo in crisi gli automobilisti e l’intera filiera dell’agricoltura, con consegne di alimenti e bevande letteralmente al palo.

Ne dà conferma anche Coldiretti Puglia: “le colonnine sono ormai a secco ed il gasolio agricolo, già è ridotto al lumicino, risulta quasi introvabile – riferiscono dall’associazione – a rischio le lavorazioni nei campi e le consegne degli alimenti in tutta la Puglia, considerato che l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada“.

Lo sciopero, guidato dal sindacato Usb tarantino, contesta le commesse non rinnovate alla quota di autotrasportatori locali da parte della società genovese vincitrice dell’appalto Eni. Da qui il presidio fisso davanti ai cancelli della raffineria tarantina e le braccia conserte dei lavoratori in bilico.

Questo mercoledì, a mezzogiorno, si terrà il tanto atteso vertice in Prefettura tra le parti in causa. Si cercherà un accordo, dopo le rassicurazioni Eni bollate da Usb come “insufficienti” e rispedite al mittente già nei giorni scorsi. La posta in gioco è alta: ci sono un centinaio di autotrasportatori che, lavorativamente parlando, si dicono sfrattati dalla propria terra.

Il punto è che la raffineria tarantina serve l’intera Puglia, oltre alla Basilicata e a parte della Calabria. Se lo sciopero dovesse proseguire, causerebbe disagi di non poco conto, come del resto ha già iniziato a fare.

Se il vertice in prefettura dovesse culminare in una fumata nera, la protesta è già pronta ad inasprirsi.

E.FIO

 

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