Guardie giurate: stipendi fermi al 2015. Sit-in e incontro in Prefettura

LECCE – Tra Lecce e provincia sono 600 le guardie giurate a rischio di scivolare nella fascia di povertà.

La vertenza nazionale unitaria per il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro approda anche qui. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede della Prefettura con l’obiettivo di ottenere un incontro tra la prefetta Maria Rosa Trio e una delegazione di sindacalisti e lavoratori, per rappresentare il disagio che vivono le famiglie di chi lavora nella vigilanza privata e dei servizi fiduciari, ovvero quelli di guardiania non armata.

L’ultimo adeguamento contrattuale è fermo a marzo 2016, ma nel frattempo, tra pandemia e guerra in Ucraina, rincari e prezzi alle stelle dell’energia, il livello di retribuzione garantito allora è oggi insufficiente a portare avanti una famiglia.

“Un lavoratore della vigilanza privata -spiegano i sindacati- percepisce una paga base compresa tra 1.072 (livello base) e 1.694 euro lordi (primo livello). La retribuzione mensile di un addetto ai servizi fiduciari varia invece tra 814 e 1.492 euro. Parliamo di un salario che negli ultimi anni, in un contesto economico che ha garantito un’inflazione bassa, è cresciuto a ritmi decisamente lenti. Nella vigilanza privata, nel 2002 il range variava tra 919 e 1.357; il settore della vigilanza privata, invece, nel 2013 offriva paghe comprese tra 745 e 1.367 euro lordi al mese”.

Le richieste: garanzia occupazionale in occasione del cambio di appalto;
rispetto di turni e orari di lavoro, coerenti con l’esigenza di recupero psico-fisico e le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
riconoscimento della professionalità, in considerazione delle caratteristiche dei siti presso i quali si deve garantire la sicurezza;
aumento salariale per ridare dignità al proprio lavoro, per rispondere ai bisogni delle loro famiglie, in un periodo contraddistinto da un’impennata dei prezzi dei beni primari.

La delegazione è stata ricevuta dal viceprefetto Sergi, che ha preso l’impegno di inviare una nota ai ministri del Lavoro e dell’Interno.

 

 

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