LECCE – Altro giro, altra corsa e adesso per il Lecce di Marco Baroni c’è il Torino Ivan Juric, seconda trasferta, di fila, ostica per i giallorossi. Lo sottolinea a gran voce il mister toscano nel presentare la gara contro il Toro: “Un bel match per vari motivo, veniamo da un buon risultato ma bisogna guardare avanti. Incontriamo una squadra molto fisica, aggressiva e organizzata. Devi essere al loro livello per l’attenzione e per l’aggressività. Il Torino metterà sicuro ritmo. Sono gare che non puoi sbagliare nulla”.
Non ci sarà l’infortunato Strefezza e per un posto da titolare si candida Remi Oudin, ma non è ancora al top della condizione e potrebbe essere utilizzato a gara in corsa: “Spero di riaverlo presto, ma guardo chi c’è. Oudin non ha svolto un lavoro di preparazione importante, ma è a disposizione e se ci sarà modo di utilizzarlo part-time lo faremo. Gli infortunati ? Dovremmo essere vicini al rientro di Dermaku, Cetin e Brancolini. Persson ha avuto una bruttissima distorsione, una caviglia brutta da vedere. Ora per fortuna sta rientrando. Questione di giorni per i difensori centrali”.
Sulla squadra di Ivan Juric ha solo parole di elogio: “Il loro modo di giocare può cambiare tra 3-4-2-1 e 3-4-1-2, non sempre sono alle stesse posizioni. Serve compattezza e ferocia agonistica per contrastare quello che loro fanno molto bene. Blin? Non penso ai titolari. Non ci sono. Penso ad un organico. Devi avere dei giocatori pronti”.
Infine, sugli undici iniziali non si sbilancia piu di tanto: “Io devo cogliere risorse fisiche e mentali. Abbiamo una rosa giovane con ragazzi che devono crescere qualitativamente. Devo pensare ad un organico che cresce insieme. Ci deve essere staffetta. Non posso fare valutazioni solo pensando all’entusiasmo di Colombo perchè ha segnato. Se un giocatore fa male, ad esempio, rigioca, perchè dobbiamo portarlo a far bene. In queste 24 ore voglio tirare fuori il meglio dai ragazzi. Devo mettere non i migliori, bensì i giocatori che vanno forte”.
Si gioca lunedì alle ore 20:45, arbitra Volpi di Arezzo.
C. Tommasi
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