
SALENTO – L’elenco dei distributori a secco aumenta, ovunque, di ora in ora. Da tre giorni circa 80 tir sono sono in presidio davanti alla raffineria Eni di Taranto: protestano contro l’assegnazione dell’appalto a una ditta genovese che avrebbe escluso gli autotrasportatori locali.
Il punto è che la raffineria tarantina serve l’intera Puglia, oltre alla Basilicata e a parte della Calabria. L’effetto domino della protesta non ha tardato a palesarsi, con la distribuzione in affanno di benzina e gasolio e il sindacato Usb, che ha promosso la protesta, pronto a tirar dritto.
Il tentativo di Eni di rassicurare il sindacato, prima dell’avvio della protesta, non è bastato: «Il recente appalto, assegnato agli stessi due fornitori che da tempo effettuano il servizio – aveva precisato l’azienda – prevede il ricorso a una quota pari al 50% di trasportatori locali, così come in passato».
Saranno comunque garantiti i rifornimenti essenziali per ospedali ed aeroporti. L’agitazione sarà interrotta mercoledì prossimo, giorno del vertice in prefettura con focus sull’appalto della discordia.
Intanto è già psicosi e corsa al pieno.
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