
SANTA CESAREA TERME – Monumento allo spreco di denaro pubblico, il “nuovo” centro termale di Santa Cesarea Terme, dopo anni di abbandono e saccheggi necessita di una corposa ristrutturazione. In attesa del bando per l’affidamento in gestione ad un privato del complesso termale, incluso il cosiddetto Mammoccione, annunciato entro il 2020 e poi slittato di un altro anno ma ancora fantasma – parte della struttura (circa 1.400 metri quadrati) potrebbe essere utilizzata per una finalità pubblica, ossia come casa di comunità con servizi h24, un medico sempre presente e infermieri 12 ore al giorno. Lo prevede la delibera approvata di recente dal Consiglio comunale di Santa Cesarea Terme, che ha individuato l’area da adibire a casa di comunità, dotata di poliambulatori e gestita dall’Asl di Lecce. Per adeguarla e attrezzarla serviranno risorse ingenti, circa 2 milioni di euro, e il progetto sarà candidato ai fondi del Pnrr. Quanto alla zona circostante, spetterà al Comune reperire i finanziamenti necessari per la nuova illuminazione pubblica, la viabilità e i parcheggi a servizio della struttura socio sanitaria.
Per la porzione restante del Mammoccione, invece, resta confermata la destinazione di centro termale, con oneri di ristrutturazione a carico del gestore che sarà individuato con bando pubblico. Il famoso avviso dovrebbe essere finalmente pronto entro l’autunno, e l’auspicio è che possa davvero intercettare l’attenzione di grandi società del settore termale, in grado di rilanciare l’attività e il futuro del gioiello di Santa Cesarea Terme, applicando modelli di successo come la messa a disposizione delle acque sulfuree per tutte le strutture ricettive e le spa della zona, anche di località vicine, in modo da costruire un’offerta turistica termale e benessere completa e competitiva, che faccia da traino al turismo insieme alle bellezze paesaggistiche.
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