LECCE- La Procura di Napoli ha chiesto il giudizio immediato per 47 persone coinvolte nell’inchiesta sulle presunte mazzette per ottenere appalti nel settore rifiuti arrivata anche nel Salento con l’arresto dell’ex assessore Andrea Guido, tutt’ora ai domiciliari, e di Giuseppe D’Elia di Novoli che si preparano quindi ad affrontare un processo che comincerĂ il 17 ottobre.
Intanto i legali di Guido, gli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati hanno presentato un ricorso in Cassazione dopo che l’istanza di scarcerazione è stata rigettata dal Riesame, contestando soprattutto la parte del provvedimento sulla sussistenza dell’aggravante mafiosa al contrario di quanto affermato dal Tribunale del Riesame di Napoli. L’inchiesta è quella sui presunti affari del clan camorristico Moccia nel Salento. Secondo gli inquirenti all’epoca dei fatti contestati, il 2017, Guido in qualitĂ di assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, avrebbe favorito un’impresa legata al sodalizio, ottenendo in cambio del denaro: 2.500 euro in cambio della promessa di favori per un’azienda, la Soloil, interessata al mercato salentino dello smaltimento di oli esausti. Accuse dalle quali sia Guido che D’Elia si sono sempre difesi negando di aver intascato denaro.
Guido era stato arrestato il 20 aprile durante un blitz dei carabinieri del Ros: 36 persone erano finite in carcere e 16 ai domiciliari, accusati a vario titolo di diversi reati tra cui associazione mafiosa, estorsione, autoriciclaggio, tutti reati aggravati dalla finalitĂ di agevolare il clan Moccia.