Politica

Bufera sul Pd, Amati sbotta: “Liste illegali”

PUGLIA – “Le liste del Pd Puglia non sono solo invotabili ma pure illegali. Violano infatti una gran quantità di norme statutarie e in particolare quelle sulla parità di genere e quelle sulla contendibilità delle cariche”. Fabiano Amati non usa mezzi termini per bocciare i vertici del Pd. Parole dure come pietre che si abbattono su chi ha gestito la questione-candidature. Una gestione discutibile se è vero come è vero che in Puglia ha innescato polemiche a non finire tra i dem che rischiano di arrivare alla meta, le elezioni del 25 settembre, sfiancati e spaccati.

Il j’accuse di Amati non finisce qui: “Le varie Commissioni di garanzia dove sono? Dove sono le organizzazioni femminili del partito e le varie commissioni di parità? Hanno scelto di non disturbare il manovratore? Non era stato il segretario Letta a dire che vogliamo un partito femminista? Non era stato il presidente Emiliano a dire che la violazione della parità di genere ci rende impresentabili?”.

Interrogativi che restano senza risposta. Ma Amati non ci sta. E chiede l’immediata modifica delle liste, cancellando la totalità di capilista uomini e invertendo il genere dei capilista in almeno due collegi proporzionali della Camera, “nella consapevolezza – dice – che anche tale modifica non soddisferebbe l’ulteriore criterio violato della contendibilità”. Insomma, meglio feriti che morti.

Nel mirino finiscono Michele Emiliano ed Enrico Letta. “Se escludiamo il caso di Emiliano che su questo argomento considera le donne ostriche imperiali se il conto lo devono pagare gli altri e cozze patelle se il conto deve pagarlo lui, resterei stupito se Letta facesse finta di niente sull’argomento e non decidesse d’intervenire, considerata la sua pacatezza, il suo parlare puntuale e la sua coerenza. Resto in fiduciosa attesa, perché non possiamo presentarci alle elezioni con liste illegali e ciò per violazione di regole che noi stessi ci siamo dati”.

Le donne sono le grandi assenti nelle liste pugliesi per le politiche 2022. Altro che parità di genere anche in politica, come da più parti, soprattutto tra i dem,  si auspica: Tra i capilista gli uomini hanno fatto l’en-plein: un cinque su cinque che fa discutere. Nessuna donna è invece candidata in posizione utile ed eleggibile. E’ il caso, ad esempio di Loredana Capone. La presidente del Consiglio regionale pugliese dovrà accontentarsi solo della quarta postazione al Senato. La speranza di essere eletta è ridotta al lumicino. Al danno si aggiunge la beffa. Sedotta e abbandonata dal Governatore che prova a smarcarsi dalla contesa e a passare al contrattacco: “Quando nel 2015 non fu eletta per pochissimi voti è stata comunque protagonista nella giunta con deleghe pesantissime. È stata candidata sindaco e presidente della provincia di Lecce in anni duri, in cui la destra dominava il Salento in modo quasi incontrastato”. Dichiarazione sibillina. Quasi a dire premiata anche quando non venne eletta. Ricordare i mancati successi elettorali non è stato un gesto da fair play. Ma non è detta l’ultima parola: Emiliano rassicura: Le sue chances di essere eletta sono comunque alte perché i candidati nazionali che ha davanti sono a loro volta in lista nei collegi maggioritari di Napoli e Milano che il Pd dovrebbe aggiudicarsi”.

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