Cronaca

La denuncia: “Al Dea nostro padre in balia del Covid. Ora è gravissimo”

LECCE – “Lesioni personali ai danni di nostro padre”: è quanto hanno denunciato nero su bianco, in Caserma ad Aradeo, i familiari di un 87enne di Galatina, tuttora ricoverato al Dea di Lecce dal 31 luglio scorso. Ed è qui – che stando alla denuncia – l’anziano non avrebbe ricevuto le cure necessarie.

I fatti.

Il 30 luglio l’87enne, già colpito da emiparesi a seguito di un’ischemia, accusa un’insufficienza respiratoria. All’arrivo del 118 il tampone effettuato in casa risulta negativo al covid, così come il tampone effettuato nuovamente nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Scorrano. Alle 18, però, le cose cambiano: il tampone risulta positivo e l’anziano viene isolato per 24 ore nello stesso pronto soccorso, per poi essere trasferito a Lecce il giorno seguente, nel reparto di Pneumologia Covid del Dea.

Il 5 agosto sul cellulare dei familiari arriva la certificazione verde di avvenuta guarigione dell’anziano e, di fatto, al telefono i sanitari comunicano alla famiglia il miglioramento delle sue condizioni di salute, tanto da averne programmato il trasferimento in pneumologia (non covid) del Vito Fazzi.

Il 10 agosto, però, il colpo di scena: una nuova certificazione verde comunica la positività dell’anziano al virus. Tradotto: nell’arco di cinque giorni l’87enne avrebbe nuovamente contratto il Covid.

La famiglia non ha dubbi: “qualcosa è andato storto”. Da qui la scelta di formalizzare la denuncia dai carabinieri, con al fianco l’avvocato Davide Polimeno. Nelle scorse ore, intanto, dall’ospedale le notizie si sono fatte ancora più scoraggianti: l’anziano è stato trasferito nel reparto di terapia sub-intensiva del Dea.

I familiari chiedono chiarezza e giustizia, “non solo per nostro padre -dicono- ma per tutti i pazienti vittime di situazioni come questa”.

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