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A sei mesi dal blitz antimafia, il Viminale ha deciso: sciolto il Comune di Neviano

NEVIANO – Per un anno e mezzo il Comune di Neviano sarà retto dai commissari prefettizi: nelle scorse ore il Consiglio dei Ministri ne ha disposto lo scioglimento. Nel provvedimento del Viminale si parla di “accertati condizionamenti da parte della Criminalità organizzata”. Il riferimento è al blitz antimafia del 7 febbraio scorso, nato da un’inchiesta sulle ramificazioni e il business del clan Coluccia, di Noha. Quegli accertamenti dei Carabinieri confluirono negli arresti domiciliari anche dell’ormai ex assessore alla Cultura, Antonio Megha (già sindaco di Neviano), che a seguito della misura cautelare rassegnò le dimissioni, rigettando ogni accusa in sede di interrogatorio. L’ipotesi di reato contestata è di scambio elettorale politico-mafioso: avrebbe offerto 3mila euro al clan Coluccia per ottenere circa 50 voti.

Due settimane dopo il Blitz la Prefettura leccese aveva inviato in Comune una commissione d’accesso agli atti, per passare sotto la lente gli atti dell’amministrazione comunale in carica e verificare eventuali condizionamenti nel suo operato. “È un atto dovuto – ha commentato in quell’occasione la sindaca, Fiorella Mastria – io e la mia amministrazione siamo sicuri di noi stessi, collaboreremo”.

Il lavoro di quella commissione prefettizia è confluito poi in una relazione, sulla base della quale la Prefetta Trio si è detta favorevole allo scioglimento. Richiesta accolta adesso dal Viminale.

Per ciò che riguarda l’inchiesta sul clan, a monte del provvedimento di commissariamento, Mega ed altri 17 indagati dovranno comparire il 9 settembre prossimo davanti al gup Marcello Rizzo per l’udienza preliminare. E in quell’occasione il Comune di Neviano, difeso dall’avvocato Luigi Covella, vuole costituirsi parte civile contro il suo ex assessore.

E.FIO

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