
PUGLIA – Il caldo non allenta la presa e difendersi dalla calura che va ben oltre le medie, diventa sempre più importante.
In questo contesto recita un ruolo importante anche l’alimentazione. I pugliesi secondo un report di Coldiretti, stanno cambiando abitudini a tavola.
I piatti light registrano un aumento del 20% del consumo di pesce, di conseguenza crescono anche le importazioni dall’estero di prodotto ittici del 2,5%.
In Puglia l’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio pesa enormemente sugli armatori che cercano di sostenere la normale attività ma il rischio concreto è che uscire in mare non sarà economicamente sostenibile.
Oggi quasi 8 pesci su 10 che arrivano sulle tavole sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per locali prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy.
Il comparto peschereccio in Puglia ha perso circa 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Eppure il valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto. Le aree principali sono Manfredonia, Molfetta, sud Barese e Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
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