Sanità

“Io, come tante altre donne, sono stata ostaggio di chi credeva di essere onnipotente”

NARDO’ – Rabbia e amarezza. E dolore per una vicenda paradossale e che l’inchiesta della magistratura ha portato a galla, facendo emergere uno scenario squallido. “Io, come tante altre donne, sono stata ostaggio di chi credeva di essere onnipotente e si è permesso di decidere per la vita di tante persone”. Ilaria, nome di fantasia, è una delle tante donne vittime dell’intreccio tra sanità, politica e malaffare. La pentola scoperchiata dai giudici è servita ad accendere un faro sul Centro di procreazione medicalmente assistita di Nardò al quale si sono rivolte tante donne nella speranza di veder coronato il loro sogno, quello di poter avere un figlio.

Nel 2020 la Regione Puglia decise di chiudere questa struttura, in attesa del trasferimento al Vito Fazzi di Lecce. Un passaggio mai effettuato. Nel frattempo l’Ente diede il via libera all’accreditamento come struttura di primo livello ad un nuovo centro Pma privato, “Prodia” di Muro Leccese, nell’immobile di proprietà dell’ex senatore Ruggeri.

Secondo la Procura il tornaconto economico era sin troppo evidente. Un sistema marcio che ha danneggiato fortemente le donne come Ilaria costrette a rivolgersi in altri centri a pagamento per proseguire il loro trattamento. Una vera e propria ingiustizia pagata a caro prezzo sulla loro pelle.

Disagi e sofferenze infinite. Ilaria e tante donne come lei hanno già pagato abbastanza. Ora chiedono solo dignità e rispetto.

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