GALLIPOLI – Nell’occhio del ciclone l’ultimo decreto della diocesi di Nardò- Gallipoli che, nonostante le “riaperture” conferma la volontà di non tornare a svolgere processioni ed altri Riti. In particolare, in queste ore tanti fedeli della zona , costituitisi spontaneamente per perorare la causa e conserrvare le tradizioni religiose e popolari , si sono rivolti a “dilloatelerama”
Non si terrà l’attesa processione per Sant’Antonio , “una tradizione , ci raccontano i fedeli, viva dal 1630, quando il Santo è stato proclamato compatrono della città di Gallipoli”. E questo ha innescato la miccia del malcontento, miccia che a dire il vero era una fiammella accesa già da tempo.
“Siamo gente del sud- scrive qualcuno – legata alla nostra terra e alle nostre tradizioni , non vogliamo ancora essere privati di parte della nostra identità e della nostra storia che rischia così di essere cancellata. Vogliamo che quanto fatto dai nostri antenati resti vivo anche per le generazioni future”.
Una gran parte della comunità in subbuglio , oggi chiede l’apertura del dialogo ed esprime la voglia di ritornare a vivere i riti sacri per rendere omaggio al proprio Santo, anche nelle processioni in cui si esprime la bellezza della religiosità popolare.