Attualità

Otorinolaringoiatria, reparto “bloccato”: solo 4 posti letto

GALLIPOLI – Un reparto quasi in vacanza non per colpa del direttore dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Gallipoli e colleghi, ma per impossibilità di intervenire. Chiunque debba fare un’operazione alle tonsille, alle adenoidi od una chirurgia endoscopica deve aver fiato lungo per la carenza dei posti nel nosocomio della perla dello ionio, altra ipotesi: andare in un altro ospedale pugliese o fuori regione.
Contattato telefonicamente il direttore dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria gallipolina, il dott. Alessandro Vergari, seppur confermi l’attuale impossibilità ad intervenire, rifiuta ogni commento riferendo di non essere autorizzato a comunicare con gli organi di stampa e ci invita a chiedere spiegazioni presso la Direzione di Presidio, o la Direzione Aziendale. Da questi pretenderemmo invece una diretta ipotesi di soluzione conoscendo molto bene la situazione aggravatasi dallo scorso dicembre.
Perché il tutto si è aggravato dall’inizio di quest’anno? Sino all’ultimo mese del 2021, seppur con mille difficoltà, il Vergari poteva elemosinare un posto letto tra i reparti di pediatria, ginecologia e lungodegenza ma dalla nomina del nuovo capo dipartimento, può sperare solo nella benevolenza del collega di chirurgia che, tra l’altro, non ha, nel 99% dei casi, alcuna possibilità di evadere le necessità.
Da mesi, quindi, si possono eseguire solo interventi di piccola chirurgia ambulatoriale e solo una
volta a settimana. Questa la denuncia di due cittadini di Gallipoli in rappresentanza degli oltre 350, anche dell’interland, che da mesi non riescono a ricevere la prestazione.
La problematica deriva dalla scelta del
Piano regionale di assegnare al reparto di otorinolaringoiatra gallipolino solo 4 posti letto e per operazioni più complesse, in tutta la provincia, solo il nosocomio di Scorrano e Tricase che operano 7 giorni su sette tentando di supplire alle varie emergenze oltre a dover intervenire su varie forme tumorali.
Si parla di ridurre la mobilità passiva, di abbattere
le liste di attesa e le istituzioni preposte cosa fanno? Abbandonano di fatto un intero territorio umiliando dei medici impossibilitati ad onorare la missione.

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