LECCE – Su Masseria Ghetta la battaglia dei comuni di Trepuzzi e Surbo, al confine dei quali è ipotizzato un nuovo impianto di compostaggio della discordia, non arretra di un passo.
Insieme agli altri comuni dell’Aro Lecce 1, i sindaci Taurino e Trio hanno presentato adesso due distinti ricorsi, rispettivamente al Tar di Bari (tramite l’avvocato Adriano Tolomeo) e al Tribunale Amministrativo leccese (con il legale Francesco Baldassarre).
Il focus delle contestazioni è lo stesso: Ager, bocciando a priori l’alternativa presentata dai ricorrenti (quella ad Arnesano, in contrada Sementello) sarebbe andata ben oltre i suoi compiti. “Non spettava all’Agenzia regionale dei rifiuti scegliere quale progetto fosse candidabile e o meno al MITE – contestano nei ricorsi – a fronte di un bando – incalzano – che prevede anche la candidatura di più progetti e non soltanto uno“.
Un passo indietro.
I Comuni ricorrenti, a metà marzo, avevano proposto un sito alternativo a quello leccese di Masseria Ghetta. Un fondo di 11 ettari, ad Arnesano appunto, lontano dal centro abitatato e da siti di interesse storico-paesaggistico e soprattutto pubblico, tale da abbattere eventuali costi di esproprio (quelli in località Masseria Ghetta – lo ricordiamo – ammontavano a ben 700mila euro).
Il punto è che Ager bocciò la proposta parlando di carenza istruttoria del progetto alternativo, negando anche la delega al Comune di Arnesano per la candidatura autonoma del sito in contrada Sementello. Candidatura che comunque avenne bypassando, di fatto, il parere di Ager.
“La valutazione di ammissibilità dei progetti per l’insediamento di un impianto Forsu – spiega l’avvocato Baldassarre, per conto dei Comuni ricorrenti dell’Aro Lecce 1 – spetta al Ministero della Transizione Ecologica. La bocciatura a priori di Ager, che contestiamo, non è legittimata da nessun principio normativo“.
Con il ricorso presentato al Tar Bari dal Comune di Trepuzzi si solleva poi un altro interrogativo, che si aggiunge ai precedenti.
“Dacché Ager è attuatore del piano dei rifiuti regionale – spiega l’avvocato Tolomeo – qualora il piano le avesse assegnato un potere di questo genere (quello di poter scegliere quale impianto far andare avanti e quale no) sarebbe illegittimo. Motivo per cui abbiamo impugnato anche quello, al fine di vederci chiaro su tutti i fronti”.
E.FIO