Ambiente

Off shore, nel piano dello spazio marittimo i porti uniche zone senza vincoli

BARI – L’interdizione netta di alcune aree per l’installazione dei parchi eolici off shore, non è nella facoltà delle Regioni ma certamente una indicazione altrettanto forte la si può dare e la si è data, con il piano dello spazio marittimo.

Il documento, illustrato in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, parte dalla mappa. Le uniche aree entro i 12 miglia dalla costa dove, in Puglia, non ci sono vincoli all’installazione degli impianti sono quelle portuali di Brindisi, Bari, Manfredonia e presto anche Barletta e Monopoli. Le altre aree sono da ritenere vocate ad altro. Il punto importante, chiarito in commissione dai tecnici degli assessorati Ambiente e Sviluppo Economico, è questo: si può dire dove non c’è alcun motivo ostativo. E dunque, per tacita esclusione, significa che altrove qualche motivo c’è. E la mappa fa capire come nel tratto di costa dove si vorrebbe installare il mega parco, ovvero nel Canale d’Otranto, la Regione individua elementi che inducono a ritenere quella, una zona da escludere. Si indicano, infatti, le attività prioritarie come il turismo, ma anche la presenza di un’area rilevante paesaggisticamente e culturalmente. Così è per tutto il tratto di costa Otranto Santa Maria di Leuca, per il tratto delle Cesine e degli Alimini, per tutta la costa ionica dalla Basilicata sino al leccese. Massima restrizione, invece, è indicata nell’uso limitato a ridosso del parco naturale delle Cesine, Acquatina di Frigole e Torre Veneri. Così come a Torre Guaceto e nel parco regionale di Punta della Contessa.

Il documento contiene quindi, sotto il punto di vista di un contributo al Ministero, una serie di misure e raccomandazioni di indirizzo per lo svolgimento delle attività negli spazi del mare, di qualsiasi natura. Alla domanda esplicita del consigliere di Fratelli d’Italia, Antonio Gabellone, se il documento fosse stato già recepito dal ministero avrebbe o no ostacolato il progetto del canale d’Otranto, la replica è stata: non ci sarebbe stato un bollino rosso, ma arancione sì. Perché i processi autorizzativi sono composti da molti fattori, questo è un tassello.
Un parere “non vincolante ma certamente influente” per il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro. “E’ vero che il piano non può interdire zone di mare agli impianti offshore – ha commentato – ma può indicare, e lo fa chiaramente, le aree che, secondo la Regione Puglia, sono più vocate a questo utilizzo, e cioè quelle dinanzi ai porti. Questo distinguo, che invochiamo da mesi, coincide con la nostra richiesta di individuare aree precise in cui localizzare gli impianti impattanti, facendo invece salve quelle da preservare, in un’ottica di co-programmazione che lascia margine decisionale alla Regione. Non potrà essere ignorato quello che verrà espresso come volere dell’ente”.
Di qui la richiesta, finale, agli assessori all’Ambiente e allo Sviluppo economico  e al presidente della Regione di “mantenere la posizione di contrarietà all’impianto assunta pubblicamente. Per quanto riguarda il governatore, ricordo che si è espresso in maniera chiara e netta sia in Consiglio regionale, sia incontrando i sindaci del territorio. Si dia seguito a queste dichiarazioni – ha concluso – opponendosi ad una gigantesca cicatrice che minaccia il nostro mare e il nostro patrimonio di bellezza”.

Dello stesso avviso i consiglieri del Movimento 5 Stelle, secondo i quali “questi elaborati rappresentano degli strumenti a disposizione della Regione per proporre una razionale pianificazione localizzativa anche degli impianti eolici off-shore, preventiva rispetto alla assegnazione in concessione degli specchi acquei dedicati ed attenta ai valori paesaggistici costieri. Disciplinare in anticipo lo sviluppo e la localizzazione di questi progetti, significa assicurarne la sostenibilità ambientale, paesaggistica, sociale ed economica”.

Secondo il consigliere del Pd, Fabiano Amati che con l’assessora Maraschio, ha avuto un accesso scambio di battute a causa di visioni differenti, il canale d’Otranto resta autorizzabile. “La delibera sullo spazio marittimo – ha commentato – non decide i luoghi ove è vietato installare gli impianti di eolico offshore  per la ragione molto semplice che non può farlo. E questo è stato detto con chiarezza oggi in Commissione dai dirigenti regionali. Gli impianti eolici offshore, compreso quello del sud-Salento, sono invece autorizzabili nel rispetto della normativa e a valle della valutazione d’impatto ambiente, che spesso si concludono con prescrizioni così come si può facilmente dedurre dalla cronaca di questi giorni”. Parla di “binario giusto” Stefano Lacatena, di Con, “per far viaggiare una Regione che vuole procedere con la decarbonizzazione, con politiche serie di tutela dell’ambiente e, soprattutto, con il rafforzamento dell’indipendenza energetica grazie alle fonti rinnovabili”.

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