LECCE – Un trionfo, il ritorno in serie A, poi la festa, poche ore per calarsi nella nuova dimensione e poi il ritorno alla normalità a cavallo di un concetto semplice: programmare non per resistere ma per esistere, per esserci da protagonisti.
Subito dopo il prolungamento del contratto al “maresciallo” Corvino, autore di capolavori lavorati all’uncinetto, è arrivata la presentazione di Sandro Mencucci, nuovo amministratore delegato, uomo di numeri e fantasia, uomo di calcio e grandi successi.
Adesso tassello dopo tassello per continuare la costruzione del nuovo puzzle giallorosso, bisogna mettere nero su bianco l’accordo con l’allenatore, prima di farlo però bisogna guardare ai numeri della stagione appena conclusa: primo posto, 71 punti, frutto di 19 vittorie, 14 pareggi e 5 sconfitte dunque squadra meno battuta, 59 gol realizzati, terzo attacco, con 20 reti del capocannoniere del torneo, Massimo Coda, migliore difesa con solo 31 gol subiti e miglior differenza reti.
I numeri non mentono mai e testimoniano sempre la bontà del lavoro e programmazione, del connubio tra società e area tecnica, tra allenatore e direttore tecnico e direttore sportivo, i numeri sono lo specchio della verità e dovrebbero rappresentare anche il chiavistello per aprire la porta del futuro.
Il Lecce è in serie A ed a condurla per mano, costruendo un gruppo forte e coeso, è stato Marco Baroni. In virtù di tutto questo, nelle prossime ore, il tecnico di Firenze incontrerà Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera e la sua conferma per un altro anno con opzione dovrebbe essere quasi scontata. Da via Col. Costadura nessuna indiscrezione ma la strada sembra tracciata.
Al netto di sorprese che nel calcio possono sempre starci, Marco Baroni dovrebbe rimanere al suo posto per dare vita e forma a nuovi obiettivi targati Unione Sportiva Lecce, partendo dalla base di un concetto fondamentale espresso da Sandro Mencucci: “Siamo piccoli ma belli”.
M.C.