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Green pass e mascherine: dal primo maggio “liberi tutti” o quasi

ROMA – Dal primo maggio “liberi tutti” o quasi: la gran parte delle limitazioni previste dall’ultimo decreto anti-covid scadono questo sabato 30 aprile. E il Governo, in queste ore, è al lavoro per limare i dettagli dell’imminente cambio di rotta.

Capitolo green pass. Nella sua forma “base” la certificazione verde in Italia non sarà più richiesta, se non per i viaggi all’estero.

Dal primo maggio, inoltre, non servirà più il green pass rafforzato (ottenuto con vaccinazione o guarigione dal Covid) per accedere a palestre e piscine al chiuso, partecipare a feste e cerimonie, convegni e congressi, entrare in discoteche e sale da gioco, andare al cinema e a teatro. Accesso libero anche ai luoghi di lavoro, bar e ristoranti, mezzi pubblici, concorsi, mense, stadio e concerti.

Attenzione però: nelle Rsa e in ospedale la certificazione rafforzata sarà ancora obbligatoria fino al 31 dicembre.

Capitolo mascherina. Su questo fronte la decisione finale è attesa nelle prossime ore.

Stando a quanto trapelato il Governo ha deciso di prorogare ancora per un altro mese (quindi fino al 30 maggio) l’obbligo di indossare la mascherina solo in alcuni luoghi al chiuso: rsa e ospedali, mezzi di trasporto, cinema, teatri, concerti, palazzetti dello sport, aule scolastiche e posti di lavoro, pubblici o provati che siano. In quest’ultimo caso resterebbe però la possibilità per il datore di lavoro privato di prevedere regole più stringenti con obbligo della Ffp2 per i suoi dipendenti, piuttosto che della semplice mascherina chirurgica stabilita dal Governo.

Volto scoperto, invece, in bar e ristoranti, negozi e centri commerciali, musei, stadi e spettacoli all’aperto.

Capitolo vaccini. L’obbligo resterà in vigore fino al 15 giugno per insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine e in generale tutti i cittadini dai 50 anni in su (pena una multa di 100 euro).

Fino al 31 dicembre, invece, continuerà ad essere obbligatorio per medici, infermieri, personale sanitario e delle Rsa. Per loro la vaccinazione costituirà la conditio sine qua non per continuare a lavorare.

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