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Carenza personale turismo, Caizzi: “Colpa del reddito di cittadinanza”

Turismo in Puglia

PUGLIA- Il problema si ripresenta alla vigilia di ogni stagione estiva, ma quest’anno è particolarmente sentito: la penuria di personale nelle attività ricettive e di ristorazione. Lo conferma a Telerama Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia: difficile trovare camerieri, baristi, bagnini, factotum, lavapiatti e personale delle pulizie. “Lavori per cui non serve una formazione specifica ma un buon affiancamento e soprattutto buona volontà. Ed è proprio quest’ultima a mancare”, sottolinea Caizzi. Che punta il dito contro il reddito di cittadinanza che – dice – “è diventato un sussidio senza limiti e senza vincoli, e un disincentivo al lavoro”.

Chi lo percepisce, preferisce non lavorare o chiede di essere impiegato in nero. L’allarme degli albergatori è condiviso da balneari e ristoratori pugliesi, tutti alla ricerca affannosa di personale affidabile, che assicuri una presenza costante e continuata per l’intera stagione.

Secondo il presidente di Federalberghi Puglia sono tante le cose che non vanno, a cominciare dalla scarsa programmazione a livello regionale. “Da quando sono stati eliminati i voucher ed è stato introdotto il reddito di cittadinanza – insiste Francesco Caizzi – la gente preferisce stare a casa che lavorare. Abbiamo segnalato questa criticità da tempo, ma la parte politica è sorda alle nostre ragioni. Ogni anno è un’impresa cercare dipendenti e collaboratori. È un fatto culturale: il reddito di cittadinanza è diventato un lasciapassare per i nullafacenti. Anche l’obbligo della formazione professionale è una scusa, perché chi ha voglia di lavorare, impara. In un sistema che funziona, per me che faccio l’albergatore ad esempio – spiega Caizzi – se prendo un collaboratore e lo metto in affiancamento, mi costa poco e gli sto facendo formazione. Così prende un pezzo di reddito di cittadinanza e un’altra parte di reddito da me. Ma quello che avviene nella realtà è una distorsione. Ed è difficile da risolvere, se non cambiano le regole”.

Il problema è più sentito soprattutto dagli albergatori stagionali, che devono garantire almeno quattro mesi di assunzione per assicurare la possibilità di accesso alla naspi al personale assunto. In questo quadro, anche il ritorno degli stranieri che si sono rivisti finalmente in Salento e in Puglia a Pasqua, dopo due anni di stop per la pandemia, non risolve i problemi del sistema turismo. Senza la possibilità di organizzare turni e servizi per carenza di personale, il paradosso è che la domanda superi l’offerta.

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