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Alessano, discarica Matine: bonifica vicina. Aggiudicati i lavori

ALESSANO – Ci sono voluti più di otto anni dalla nostra inchiesta, che riportò e approfondì la confessione choc di un operaio che interrò rifiuti pericolosi in contrada Matine, ad Alessano, ma adesso il risanamento di quel sito è davvero vicina. Nei giorni scorsi, infatti il Comune ha affidato i lavori di messa in sicurezza e bonifica dell’ex discarica che, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, doveva accogliere solo rifiuti solidi urbani e invece divenne il buco nero in cui far sparire anche scarti industriali, quasi tutti del settore calzaturiero, e ospedalieri. Rifiuti speciali e pericolosi, uniti a spazzatura delle civili abitazioni, sono serviti per riempire quella ex cava: 19 metri di profondità colmati in questo modo e senza nessuna accortezza per la protezione della falda, esposta al rischio di infiltrazione del percolato, il liquido tossico prodotto dall’infiltrazione dell’acqua e dalla decomposizione dei rifiuti. Un sito di cui si era dimenticata – o rimossa – l’esistenza: sopra è stato persino installato un impianto fotovoltaico e piantato un oliveto; nessuna indicazione sulla precedente discarica; soprattutto, nessun controllo e nessun divieto di captazione delle acque dei pozzi intorno. Dopo l’inchiesta del nostro L’Indiano, la Procura inviò le ruspe per verificare e riscontrò la presenza dei rifiuti. Proprio lì sopra, inoltre, si ricorderà, era previsto il passaggio della nuova statale 275, secondo il progetto poi annullato dall’Anas.

Ad aggiudicarsi i lavori di bonifica, interamente finanziati dalla Regione Puglia nel 2018 con uno stanziamento di 1.850.000 euro, è stata l’associazione temporanea di imprese capeggiata dalla società Armando Muccio srl di Taurisano e con Sol.Edil.Group srl: ha primeggiato tra quattro concorrenti, offrendo un ribasso del 4 per cento. Alla fine, la bonifica costerà poco più di un milione e mezzo di euro (1.550.900 euro).

Il progetto definitivo, redatto dai tecnici incaricati dal Comune e presentato alla fine del 2019, è stato approvato in conferenza dei servizi dopo un anno e mezzo e il 26 novembre scorso è stato approvato anche l’esecutivo, per poi pubblicare la gara.

Cosa si prevede adesso? L’intervento proposto consiste nella asportazione del terreno contaminato, che verrà poi abbancato e rivestito (la procedura di capping) e collegato ad una rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. Il lotto sarà, inoltre, interessato dal recupero ambientale con la posa di terreno vegetale sull’intera area e con successiva piantumazione di essenze di macchia mediterranea per garantirne la completa rinaturalizzazione.

 

 

 

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