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Affari d’oro con falsi dipinti di Reggiani, 23 indagati. L’indagine parte da Lecce

LECCE- E’ partita da Lecce l’indagine che ha permesso ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Bari, di scoperchiare un lucroso giro d’affari illegale ad opera di mercanti d’arte, collezionisti e speculatori occasionali, che immettevano sul mercato false opere del maestro Mauro Reggiani. L’artista, morto nel 1980, è considerato uno dei massimi esponenti dell’astrattismo in Italia.

I militari, coordinati dalla Procura di Lecce, hanno sequestrato 60 dipinti falsamente attribuiti al maestro e indagato 23 persone. Tra queste anche due leccesi che avevano, come molti altri, il compito di acquistare i falsi e rivederli come veri in cambio di denaro o di opere d’arte autentiche. L’indagine ha preso il via nel 2019 grazie alla segnalazione dell’Associazione per la tutela delle opere di Mauro Reggiani, che si era costituita da poco e che denunciava un’insolita e continua richiesta di verifica di autentiche di dipinti. Molti appassionati avevano acquistato i quadri in buona fede da privati o piattaforme“e-commerce” e volevano accertarne l’autenticità. Molti hanno avuto però delle brutte sorprese.

L’associazione criminale operava in tutto il territorio nazionale, da Lecce a Napoli, da Cagliari a Como e non solo. Le opere sequestrate, proposte in commercio a prezzi compresi tra 15.000 e 70.000 euro, avrebbero fruttato oltre un milione di euro. Moltissime le vittime del raggiro che si sono ritrovate in casa dipinti falsi pagati migliaia di euro. Erano copie di quadri autentici estrapolati dal catalogo generale delle opere di Mauro Reggiani, pubblicato in bianco e nero negli anni ’90: geometricamente identiche a quelle catalogate, ma con colorazioni diverse dall’ originale.
L’accusa per i 23 indagati è per ricettazione e per aver posto in circolazione opere d’arte false/contraffate.

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