Attualità

Scuola, le norme si scontrano con la realtà: casi in classe, DAD effetto domino

LECCE – Troppo presto per fare un bilancio, ma il monitoraggio costante sulla scuola in presenza alle prese con la pandemia, partorisce già un primo dato. A soli tre giorni dal rientro tra i banchi, fatti i salvi i Comuni che hanno preso tempo con apposite ordinanze, si registrano intere classi in dad.

È l’effetto domino, in alcuni casi non previsto dalla Legge, ma frutto dello scontro tra teoria normativa e realtà.

Accade ad asempio, da Trepuzzi a Lecce a Melpignano, che per un solo caso accertato di positività al covid in scuole primarie, scatti la dad per tutta la classe. Didattica a distanza che, stando alla norma, dovrebbe scattare per 10 giorni a fronte di due o più casi di contagio accertati.

Le disposizioni ministeriali, però, si scontrano con la gestione sanitaria locale della pandemia, ancora in affanno.

Di fatto, secondo il Ministero dell’istruzione, con un solo caso di contagio in classe, “le attività del gruppo classe proseguono – si legge nelle direttive – effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso. Test da ripetere dopo 5 giorni“. Il problema è nei tempi reali di somministrazione di questi tamponi. Una delle rappresentanti di classe coinvolte in un caso di dad a seguito di un contagio il classe, spiega di aver ricevuto la comunicazione scolastica alle 21 e soltanto nel tardo pomeriggio del giorno successivo “una convocazione a portare i bambini a un drive trough a 34 km di distanza, il mattino successivo in orario imprecisato”. Conseguenza: tre giorni di dad certi.

Anche alla luce di questi inevitabili intoppi, Roberto Romito -presidente regionale dell’Associazione Nazionale Presidi– parla di “norme non facilmente applicabili. I tamponi non si fanno a scuola. I test a tempo zero, ipotizzati dal Ministero, nei fatti non esistono. Diverso sarebbe stato se i TOSS, Team di operatori sanitari per gli screening a scuola annunciati un anno fa dalla Regione, fossero stati realmente attivati. Ma così non è” chiosa. “Vige dunque il principio della prudenza e del buon senso -conclude Romito- e non si tratta di non voler applicare la norma alla lettera, ma di non poterlo fare. La verità è che per la scuola in sicurezza non si è fatto e non si continua a fare nulla. A giorni le conseguenze -conclude- saranno ancora più evidenti. Non ci resta che aspettare“.

E.FIO

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