Ambiente

Ritorno al nucleare? Brindisi 40 anni fa riuscì ad evitare che si costruisse una centrale a Torre Guaceto

BRINDISI – Nuove profonde lacerazioni potrebbero determinarsi nel contesto sociale brindisino a seguito della scelta dell’Unione Europea di riaprire il dibattito sulla possibilità di utilizzo del nucleare per superare, insieme al gas, una lunga fase di transizione energetica.

Come è noto, a livello nazionale sull’argomento si sono pronunciati alcuni parlamentari – chi a favore e chi contro – a conferma che si tratta di un argomento estremamente divisivo. Un dato, comunque, non può e non deve essere ignorato: gli italiani – prima nel 1987 e poi nel 2011 – hanno chiuso la porta all’energia nucleare in due appuntamenti referendari.

Oggi si torna a parlare di questo argomento, sia pure ipotizzando un nucleare a tecnologia avanzata, di quarta generazione.

In questo contesto, Brindisi non dimentica il rischio corso più di 40 anni fa, quando il Governo aveva ipotizzato la realizzazione di una centrale nucleare a Torre Guaceto, dove poi è sorta una riserva naturale.

Fu necessaria una mobilitazione generale per evitare che si realizzasse una centrale che avrebbe determinato la morte di qualsiasi velleità turistica del territorio brindisino. In questo, sia pure in ritardo, fu dalla parte dei brindisini anche il Consiglio regionale della Puglia che pronunciò un “no” secco a questa ipotesi.

E’ bastato riaffrontare l’argomento per scatenare già le prime reazioni. Brindisi, come è noto, ha ospitato per decenni le centrali di Costa Morena e di Cerano, oltre a quella esistente all’interno del petrolchimico.

Oggi gli impianti di Brindisi Nord sono fermi, quelli del petrolchimico viaggiano a gas, mentre per Cerano la fine dell’utilizzo del carbone è fissata per il 2025. Data entro la quale si dovrebbe realizzare, in sostituzione dei gruppi esistenti, una centrale a gas di dimensioni decisamente più modeste.

In aggiunta a tutto questo, una notevole produzione energetica riveniente dall’eolico e dal fotovoltaico che si vorrebbe far aumentare ulteriormente.

Ecco perché, in un contesto di tale natura, anche solo parlare di nucleare genera reazioni decise e posizioni non negoziabili.

Mimmo Consales

Articoli correlati

Eventi senza plastica, 250mila euro per le Ecofeste

Redazione

Sottopasso Via Monteroni: siringhe e degrado. L’assessore: lo riapriremo con la videosorveglianza

Redazione

Nemmeno il lockdown ferma il cemento: Salento maglia nera per consumo di suolo

Redazione

Xylella, per i Lincei rischi su vite e agrumi. Due milioni all’Arif

Redazione

Campagne sempre più preda del cemento, l’allarme degli urbanisti

Redazione

I “Paladini del territorio” ripuliscono l’arenile di Frigole

Redazione