LECCE – “Si poteva e si doveva fare decisamente meglio, dopo due anni di pandemia questo caos nella gestione del ritorno a scuola è ingiustificabile“. I sindacati lo rimarcano all’unisono: gli studenti, di ogni ordine e grado, e le famiglie meritavano di più. In primis -sottolineano- garanzie per un rientro in sicurezza, certezze sull’andamento della campagna vaccinale, informazioni e chiarezza per sapere come muoversi e, soprattutto -rimarcano ancora- meritavano più serietà dalle Istituzioni nel mantenere gli impegni assunti: i TOSS, Team di operatori sanitari per gli screening a scuola annunciati un anno fa dalla Regione non si sono mai visti, e -in ultimo- le mascherine Ffp2 annunciate dal Ministero dell’Istruzione in base alla nuova normativa attualmente non sono pervenute.
Sulla Dad, disposta con apposita ordinanza da una decina di comuni salentini per prender tempo, i sindacati invece si dividono.
Cobas scuola, rispetto ai sindacati confederali, viaggia in solitaria: “non si può e non si deve fare” dice. In mattinata ha avviato una protesta itinerante che, partendo da Lequile, toccherà tutti i Comuni che hanno optanto per questa scelta “senza– secondo il sindacato- alcuna emergenza, come quella di Copertino invece“.
Diversa, si diceva, la posizione di Cigl, Cisl e Uil.
“Riteniamo che laddove non sussistano condizioni di sicurezza per il personale scolastico e gli studenti, si possa ricorrere a una sospensione delle lezioni in presenza per favorire il completamento delle vaccinazioni per la fascia d’età 5-18 anni -dicono da Cgil– Sosteniamo la didattica in presenza, ma allo stesso modo la stessa deve essere garantita in totale sicurezza”.
Uil ai sindaci pugliesi lancia direttamente un appello: “Non si può riaprire la scuola senza le necessarie cautele, mandando tutti allo sbaraglio -spiega- Si rischia di aprire per qualche giorno, per poi tornare a casa e forse chiudere per sempre, mandando in affanno il sistema sanitario regionale. Si utilizzino i giorni necessari per fare screening a tutti gli studenti e lavoratori, mediante l’attivazione di presidi sanitari, di cui la regione ha la piena responsabilità, anche grazie all’esercito, onde evitare -aggiunge- che anche quest’anno scolastico finisca a singhiozzo come quello scorso, a danno di studenti, famiglie e lavoratori della scuola”.
“Noi – fa eco il sindacato Cisl– siamo per la scuola in presenza e in sicurezza ma in questo memento è chiaro che non ci sono le condizioni. Ritardare, però, ha un senso soltanto se si passa dalle parole ai fatti: soltanto se il tracciamento e lo screening avvengono in maniera continuativa; soltanto se la campagna vaccinale è in grado di fornire delle risposte immediate, concrete dal punto di vista quantitativo nel giro di 15-20 giorni”.
E.Fio