LECCE E PROVINCIA – Nel primo giorno di riapertura delle scuole, dopo le vacanze natalizie, il paradosso è bello che servito: le richieste tecnicamente “inammissibili” di DAD, per timore dei contagi, superano quelle legate alla positività accertata al virus degli studenti, quando invece quest’ultima è l’unica motivazione al momento valida per accedere alla didattica da remoto. La didattica a scelta – per dirla a chiare lettere – non è più ammessa. O almeno al momento è così.
Il dato in provincia di Lecce è schiacciante, come confermato in primis dal presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi, Giovanni Casarano. “I dirigenti in queste ore, più che alle prese con la didattica mista conseguente ai contagi – spiega – sono impegnati a rigettare le richieste di Dad mosse da timore e senza alcun fondamento medico. Quando da dirigenti spieghiamo, decreto alla mano, che tali richieste non possono essere ammesse, ci sentiamo rispondere che lo ha detto il Governatore Emiliano“. Ed ecco che la frittata è fatta.
Il riferimento è al messaggio inviato dal Presidente della Regione, nelle scorse ore, al gruppo Facebook denominato “Genitori pugliesi favorevoli alla Dad”: chi non vuole prendersi il rischio non è obbligato ad andare a scuola – ha dichiarato – di fronte al rifiuto della Dad da parte dei dirigenti scolastici, le famiglie potrebbero impugnare il diniego di fronte al Tar.
Ed ecco che alla gestione dell’emergenza, ormai ordinaria, si aggiunge anche lo sforzo straordinario – da parte delle scuole – di fare chiarezza.
Intanto le richieste di Dad legate alla positività, si diceva, restano al momento contenute. Ma Omicron corre e stargli dietro non è semplice. Tante ne sono pervenute nel week-end e sono in fase di elaborazione.
Anche in provincia il trend è confermato. Per fare qualche esempio: al “Capece” di Maglie la dirigente Margiotta parla di 70 attuali studenti in dad sui 1.200 totali e un solo docente assente, sempre causa covid; anche al “Falcone-Borsellino” di Galatina un solo prof è assente per positività al virus, “anche se – spiega il preside Valerini – sono aumentate le richieste di congedo per vari motivi, legati alla pandemia anche senza contagio, e tappare questi buchi non è semplice”. Ad ogni modo su 700 studenti totali, in dad ce ne sono 20. Al “Moccia” di Nardò la vicepreside Rescio parla di una “situazione in costante evoluzione, con la certezza di un’intera classe in dad. Le assenze del personale ATA si attestano al 20%, dei professori al 12%”.
Intanto stesso comune denominatore, confermato da tutti: la completa assenza della fornitura di mascherine FFP2, annunciata dal Ministero dell’Istruzione alla luce dell’ultimo decreto Legge che le rende obbligatorie in presenza di “bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie“. Dal Governo, ad oggi, non pervenute, nonostante le richieste appositamente compilate da ogni singolo preside. Le dotazioni scolastiche metteranno una toppa anche a questo buco, fino ad esaurimento scorte e con il supporto delle famiglie.
ERICA FIORE