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Un addio lungo 40 pagine: ancora nessuna traccia di Marcello

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NARDO’- Non un semplice biglietto di addio, ma una lettera lunga 40 pagine, meditata, sofferta, probabilmente maturata nel tempo e non scritta di getto in seguito ad un litigio: è ciò che gli investigatori hanno ritrovato nell’auto di Marcello Pantaleo, 39 anni, di Nardò. Di lui ancora nessuna traccia, nonostante le ricerche a tamburo battente riprese alle prime luci dell’alba, dopo la sospensione nel giorno di Santo Stefano a causa del buio.

Marcello è scomparso la sera della vigilia di Natale: la sua vettura è stata ritrovata di fronte al mare di Santa Caterina, con all’interno il cellulare e, come detto, la lunga lettera da cui – stando a quanto trapela – emergerebbero il dolore per la vita e la voglia di farla finita. Ecco perché si teme il peggio ed ecco perché le ricerche si sono concentrate soprattutto in mare. In mattinata, gli speleologi hanno perlustrato la scogliera tra Santa Caterina e Porto Selvaggio, mentre al largo i sommozzatori dei vigili del fuoco erano impegnati a scandagliare il fondale, coadiuvati da motovedette della Guardia Costiera e della Finanza.

Anche a terra, le ricerche sono coordinate dai vigili del fuoco, che con l’ausilio del reparto TAS (Topografia Applicata al Soccorso) hanno suddiviso il territorio di ricerca in diverse zone da assegnare per la perlustrazione alle varie squadre intervenute. I dati e le informazioni raccolti da quelle munite di GPS sono trasmessi al posto di comando avanzato per elaborare una mappa delle aree ispezionate e indirizzare le ulteriori ricerche. Presenti anche il Nucleo Cinofili, l’elicottero del reparto volo di Bari, il nucleo SAPR (sistemi a pilotaggio remoto). Sul posto anche Volontari della Protezione Civile, Soccorso Alpino, Croce Rossa Italiana, Carabinieri e Polizia Locale, tutti impegnati a scandagliare ogni anfratto.

Marcello è conosciuto come un giovane perbene, molto timido e introverso: infermiere di professione, si era licenziato dalla casa di cura privata presso cui lavorava per poter assistere i genitori, entrambi con disabilità, anche perché il fratello lavora fuori come carabiniere. Da un po’ di anni si era chiuso in casa, non si faceva vedere in giro e aveva interrotto i contatti con gli amici, che pure inizialmente lo avevano cercato. Si coltivano ancora speranze, fino all’ultimo.

 

 

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