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Dorsale adriatica, Lecce e Brindisi escluse dal Ten-t: inizia la battaglia

BARI – “Siamo riusciti a ridurre una spezzatura che c’era tra Bologna e Bari nella rete europea. Adesso però avendo conquistato questa riconnessione dobbiamo costruire nell’ambito di questa visione, l’autostrada Bari Lecce e l’alta capacità Bari Lecce“. E’ questo, in sintesi, ciò che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha messo sul tavolo del confronto con i governatori della dorsale adriatica, riuniti dopo l’ottenimento da parte della Commissione europea dell’inserimento del corridoio adriatico nella rete Ten-t ma con la doccia fredda dell’esclusione del tratto da Bari a Lecce, passando da Brindisi.

E mentre a Bruxelles bisognerà giocare la partita più importante, anche qui, in Italia e in Puglia in particolare, bisognerà battere affinché nulla resti fuori da un progetto necessario. Emiliano, dunque, ha fatto appello ai colleghi di Abruzzo Marche e Molise per fare squadra, creando quella che ha definito una lega adriatica. “Diciamo che ognuno di noi adesso conosce bene le esigenze anche delle altre Regioni e in maniera intelligente – ha proseguito il presidente – ed è per questo che ho parlato del concetto di lega, stiamo cercando di dare una mano a ciascuno anche quando il problema non ci riguarda direttamente”

“Il lavoro inizia ora” ha detto il ministro alle Infrastrutture Giovannini in collegamento, “la pre-progettazione di RFI, soggetto attuatore, ora sarà oggetto di discussione con le Regioni, per far sì che dorsale adriatica diventi forte come quella tirrenica”.

I tempi, comunque, sembrano lunghi e a confermarli l’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia: “Non so dirvi i tempi esatti ma sicuramente entro il 2030 riusciremo a programmare investimenti relativamente all’alta capacità, alta velocità sino a Lecce”.

Una “sconfitta, più che una mezza vittoria” per il capogruppo de La Puglia Domani Paolo Pagliaro. “Il 2030 vuol dire – ha commentato – con i tempi giurassici della nostra burocrazia, vederlo realizzato certamente non prima del 2050. Un orizzonte temporale inconcepibile per il territorio salentino, che grida vendetta per l’emarginazione infrastrutturale a cui è relegato da una politica miope e baricentrica. Pensare di programmare l’inclusione di Brindisi e Lecce nella dorsale adriatica fra dieci anni – ha proseguito – vuol dire condannare le mete turistiche più gettonate e l’intero territorio salentino all’isolamento. Disegno inaccettabile che ci batteremo per stracciare – ha concluso Pagliaro – senza mai stancarci di chiedere senza più rinvii l’alta velocità fino a Lecce, perché è lì che l’Italia comincia e non si ferma a Bari”.

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