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Corigliano, discarica su falda idrica che disseta il Salento: levata di scudi compatta

CORIGLIANO D’OTRANTO – È un incubo che, negli anni scorsi, sembrava essere stato scongiurato e che – durante l’ultima assemblea dei sindaci con la presenza di Ager – è tornato a fare capolino, generando una nuova levata di scudi forte e compatta, che in mattinata si è fatta protesta.

L’ipotesi di attivazione della discarica di Corigliano D’Otranto, situata sulla falda freatica dalla quale attingono i pozzi dell’Acquedotto Pugliese, torna a far tremare. E non soltanto il Comune dove l’impianto si colloca, ma anche il resto del Salento che non intende abbevererarsi con acqua contaminata.

I rifiuti della discarica e l’acqua di falda a Corigliano sarebbero separati da soli 40 metri di fragile roccia calcarenitica, fortemente permeabile. Pericolo, questo, confermato dagli studi scientifici condotti sul posto e dallo stesso Acquedotto pugliese e per il quale, davanti ai cancelli della discarica, questa domenica mattina si sono radunati a protestare cittadini, ambientalisti, forze politiche e sindaci insieme.

L’accelerata sulla scelta di questo sito è la conseguenza della misura colma delle discariche di Ugento e Cavallino, che nei prossimi mesi potrebbero fermarsi, come annunciato dai rispettivi sindaci dei due paesi.

Martedì il nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti sarà portato in consiglio a Bari. E lì la battaglia continuerà tramite chi se ne farà portavoce, come il consigliere regionale e presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro, che in mattinata era sul posto con al fianco gli attivisti del suo movimento. Lo scorso primo dicembre aveva presentato una mozione sul tema, “per impegnare la Giunta regionale a rispettare la volontà dei cittadini, che si oppongono ad un impianto che rischia di avvelenare l’acqua che bevono, e di aggravare un quadro ambientale già molto compromesso, in una terra afflitta da una drammatica escalation di patologie tumorali“.

L’area in questione è, tra l’altro, tra le più colpite in Italia per l’incidenza di cancro, come hanno messo in evidenza i recenti dati contenuti nei registri dei tumori. Un altro rischio di non poco contro, che rafforza un “no” compatto e già perentorio.

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