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Bullizzata dai compagni, bambina di 10 anni costretta a cambiare scuola

SALENTO- Questa è la storia di una bambina di dieci anni presa di mira dai compagni di classe ed è anche la storia di una mamma che ha deciso di denunciare pubblicamente quanto sta accadendo, perché tutti ne prendano coscienza. E perché non si faccia l’errore di sminuire, come spesso accade, episodi di bullismo come questi. Siamo in un paese dell’hinterland di Lecce, di cui omettiamo il nome a tutela della minore. Si è iniziato con l’escluderla dalle feste di compleanno, una alla volta. Poi, da settembre, sono cominciati gli insulti, quotidiani, da parte dei compagni – siamo in una classe V – che si sono coalizzati contro di lei. E lei alla fine è crollata.

Da una settimana,  la bambina non vuole più andare a scuola per una motivazione ben precisa: è vittima di bullismo. Stando a quanto denunciato, è andato a vuoto il dialogo che la mamma ha cercato con gli altri genitori, ma anche con le maestre.

Unico alleato il dirigente scolastico, a cui nelle scorse ore la mamma ha chiesto con urgenza il trasferimento, anche perché l’alunna ha disturbi specifici dell’apprendimento e ha bisogno di frequentare. Una decisione non presa a cuor leggero: andare altrove significa dover ricominciare tutto daccapo e dover anche rinunciare al tempo pieno, cosa che mette in difficoltà i due genitori che lavorano.

La chiamata per informare dell’ok al trasferimento arriva mentre la mamma sta parlando con noi. Abbiamo contattato telefonicamente il dirigente, a cui ora spetta il compito di affrontare quanto accaduto per non lasciarlo cadere nel vuoto: “Si tenta sempre di giustificarsi, ma se si arriva a questo punto – ci ha detto – dobbiamo assumerci tutti le nostre responsabilità. Io in primis, ma anche insegnanti e genitori. La cosa peggiore è nascondere la polvere sotto il tappeto. Non criminalizzeremo nessuno, ma abbiamo bisogno di rafforzare educazione e consapevolezza”. La vicenda, dunque, sarà affrontata dal dirigente in classe con i compagni e poi con le maestre. Infine, saranno convocati i genitori perché anche loro si rendano conto di cosa non ha funzionato e per riflettere insieme.

 

Tiziana Colluto

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